Grand Canyon CF 5.9

L’azienda teutonica conosciuta ai più per la particolarità di vendere esclusivamente online a prezzi molto concorrenziali, negli ultimi anni sta sfornando mezzi prestigiosi anche sotto l’aspetto agonistico, basti pensare alle squadre Team Katusha e Team Movistar che corrono su strada, agli atleti del crosscountry del Topeak Ergon Racing Team e a quelli dell’enduro con il Factory Enduro Team.
 
Abbiamo avuto la possibilità di provare la nuova Grand Canyon CF 5.9, mountain bike front da crosscountry, modello entry level tra quelle in carbonio, dedicandole un test completo.
 
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COM’È FATTA

Iniziamo parlando del telaio, fornitoci in taglia M in un bel bi-colore grigio/rosa, il quale è costruito utilizzando la fibra di carbonio, materiale composito realizzato intrecciando fibre di carbonio e resine per garantirne la solidità strutturale. Questo materiale, a differenza delle normali leghe di alluminio o acciaio, permette di personalizzare la risposta delle caratteristiche fisiche in base alla disposizione delle fibre stesse, alla quantità e alla tipologia di esse. Si capisce quindi quanto questo aspetto possa essere importante su un telaio soprattutto per la differenziazione degli sforzi che questo deve sopportare nelle varie aree.
Le geometrie non sono esasperate, ma rispecchiano in pieno la destinazione d’uso: il crosscountry.
 
Nella parte adiacente alla serie sterzo è presente un sistema che blocca la rotazione del manubrio quando questo arriva ad essere a circa 90° in entrambe le direzioni, preservando così il telaio da eventuali danni causati dalle leve dei freni.
 
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Tutti i cavi sono disposti internamente al telaio per mantenere nel complesso una linea più pulita e ordinata. Sempre nella parte anteriore troviamo la serie sterzo integrata al massiccio e rigido punto d’incrocio del top tube con il down tube, il manubrio da 720mm, l’attacco manubrio IRIDIUM e la forcella ROCKSHOX REBA RL da 100mm.
 
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Nella parte centrale il telaio è molto possente, soprattutto nella zona del movimento centrale PressFit per evitare fastidiose flessioni laterali (ovvero dispersioni di energia) nei momenti di spinta sui pedali.
 
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La sella è la X1 di SELLE ITALIA e il reggisella IRIDIUM in classica lega leggera.
Il carro, anch’esso in carbonio, comprende i foderi superiori dal disegno leggermente sfinato per assorbire le sollecitazioni in senso verticale provenienti dal terreno. Perno passante posteriore da 12mm e anteriore da 15mm affermano le attuali caratteristiche di questa bici. La guarnitura è l’affidabile e bella esteticamente SHIMANO SLX dotata di 3 corone e 10 pignoni, comandati dai classici deragliatori SHIMANO SLX all’anteriore e SHIMANO XT al posteriore.
 
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Come per la maggior parte delle bici da crosscountry le ruote sono da 29”, standard ormai affermato, affidate alla francese MAVIC precisamente nel modello CROSSRIDE, nel complesso non le più leggere sul mercato (2,00 kg la coppia), ma funzionali, scorrevoli ed esteticamente accattivanti, con raggi a testa dritta, ma purtroppo non tubeless ready. Le coperture di serie sono le CONTINENTAL X-KING da 2.2 pollici di larghezza e l’impianto frenante è il FORMULA C1 con dischi da 185mm ant. e 160mm post.
 
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IL TEST

Non ci siamo fatti intimidire dal fatto che questa bici sia una entry level… l’abbiamo spremuta a fondo su percorsi decisamente poco pietosi, come per esempio il tracciato degli Internazionali d’Italia XC di Maser (TV).
 
IN SALITA
È una vera crosscountry, rigida quanto basta per essere reattiva ma non troppo da diventare scomoda, il peso si è attestato circa a 11.5 kg nella misura media. La guarnitura tripla 40-30-22 ha senso se la bici viene utilizzata in modo promiscuo con l’escursionismo o se il biker non è molto allenato: in questi casi, soprattutto in salita, si può contare su un rapporto clemente.
 
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La forcella, bloccabile, ha il comando remoto a manubrio, facilmente azionabile e funzionale. Anche nelle salite più ripide non si sono verificati fenomeni di impennamento, sebbene la posizione di guida sia abbastanza rannicchiata ma correttamente disposta sul mezzo.
 
IN PIANURA
Specialmente nei rilanci si assapora la reattività dell’insieme telaio/ruote, e in sella a questa Canyon si macinano chilometri senza accorgersene. Sui fondi compatti è importante scegliere un’adeguata pressione delle gomme per permettere un completo, o quasi, assorbimento degli ostacoli più piccoli a favore del maggior grip e della comodità.
 
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La posizione del manubrio risulta corretta, come anche gli angoli di backsweep e upsweep. Piccola nota negativa invece per la sella: più di un tester l’ha valutata troppo rigida.
 
IN DISCESA
L’interasse corto e il movimento centrale basso la rendono molto agile nello stretto e nei tratti tecnici, complici anche le ruote discretamente rigide. Altresì in curva la bici infonde sicurezza, le gomme sono apprezzabili per un utilizzo misto e la precisione di guida ne giova.
 
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Nelle discese più ripide e dissestate i limiti sono comuni alle altre bici della stessa categoria, che implicano una guida più spostata all’indietro fuori sella per evitare ribaltamenti. A tal proposito è doveroso dire che questo telaio è predisposto per l’utilizzo di un reggisella telescopico, infatti al di sotto del top tube si possono notare gli alloggi dove fissare il cavo del controllo remoto. Finalmente anche in questo tipo di bici si sta capendo l’utilità di tale strumento!
 
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I freni, dopo il rodaggio, si sono dimostrati affidabili e dalla frenata discretamente potente, ma senza eccellere. La forcella è funzionale, e non ha mai avuto problemi dopo essere stata regolata come indicato dalla tabella presente sullo stelo sinistro.
 
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NOTE

Appena tirata fuori dalla scatola abbiamo girato l’attacco manubrio per abbassarlo lievemente. È un consiglio che diamo per facilitare la guida caricando il peso leggermente più in avanti.
I cerchi e le gomme non sono tubeless ready e il cambio non ha il controllo dell’oscillazione (Shadow+). Questi componenti, anche se in perfetta armonia con il mezzo sul quale sono montati, potrebbero essere una buona base di partenza per eventuali upgrade.
In fine il blocco della rotazione dello sterzo si è rivelato un ottima intuizione. Fortunatamente durante i test non ha mai svolto la sua funzione, ma ci rendiamo ben conto di quanto importante sia in caso di caduta per preservare in telaio.
 

CONCLUSIONI

Canyon propone questa mountain bike a tutti coloro che vogliono un mezzo di qualità senza dover spendere cifre troppo onerose, utilizzabile sia per fare escursionismo che per gareggiare e il telaio ha 6 anni di garanzia come tutti i prodotti Canyon: noi siamo fermamente convinti che questa sia la strada giusta.
La bici arriva tramite corriere pre-montata, praticamente è sufficiente fissare manubrio, sella e reggisella, per i più non è affatto un problema, e successivamente regolare la pressione degli ammortizzatori con la pompa presente nella confezione, come anche tutti gli altri strumenti necessari.
Quando ci è stato proposto il test abbiamo subito pensato fosse una bici “sincera”, con questo termine intendiamo raggruppare tutte quelle bici che danno effettivamente le sensazioni che ti aspetti prima di provarle, ma per questa non è stato così… abbiamo dovuto ricrederci, è più che sincera, è anche generosa!
 
Il prezzo di vendita è di 1499€ e la trovate nel sito Canyon a questo link: www.canyon.com/it/mountainbikes/series/grand-canyon-cf
 

 
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Testo di Matteo Pedrech
Foto di Matteo Pedrech e Arianna Pedrech
 
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