PROTOTIPO MTB da DH ANCILLOTTI alla World Cup di Leogang

L’ultimo pilota ufficiale del team Ancillotti con la bici da discesa è stato Johannes Von Klebelsberg, circa 4 anni fa. Nel weekend appena passato abbiamo però visto l’atleta Sophie Riva impegnata nella World Cup di Leogang con una nuova bici.
A dire il vero Sophie ha corso anche il Trofeo Nazionale Gravitalia a Viola Saint Grèe con la bici da DH e proprio li l’abbiamo incontrata assieme a Tomaso Ancillotti.

DH ANCILLOTTI

Come ci racconta proprio Tomaso: “Il ritorno di Ancillotti alle bici da DH è dovuto ad una coincidenza di cose. Per i nostri ragazzi del team fare delle gare di discesa è molto importante perché li prepara in modo diverso rispetto alle gare da enduro. Nella downhill si scende più nel dettaglio della guida e dell’interpretazione della discesa, si riesce ad analizzare curva per curva, ogni singolo aspetto del percorso, mentre nell’enduro si mettono insieme tante cose che rendono difficile analizzare ogni particolare, privilegiando una guida costante e universale. Per questo motivo la bici da DH sviluppa la capacità di entrare nel dettaglio e conoscere ogni piccolo aspetto del tracciato.

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Mi sono reso conto che in questi anni in cui siamo stati impegnati nell’enduro abbiamo imparato tanto e che effettivamente molte di queste conoscenze hanno un importante connessione con la downhill. Il desiderio di Lorenzo e Sophie di disputare delle gare di discesa ha fornito l’occasione per mettere insieme le idee e realizzare questo prototipo che era già in parte sviluppato da almeno un anno.

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Il cinematismo è quello del modello da enduro Scarab, ma abbiamo adottato un forcellone della tipologia downhill con la tubazione di dimensioni maggiori e un fulcro più avanzato. Si potrebbe dire che il prototipo è una versione ibrida tra il vecchio modello da downhill DHY e lo Scarab da enduro. La geometria è progettata per montare la forcella doppia piastra da 200mm, anche se Lorenzo è ancora obbligato a correre con forcelle monopiastra. La versione attuale del prototipo è stata allestita con ruota posteriore da 27,5 ma , grazie al tirante regolabile, puo essere montata sia con ruota da 29 che con 27,5 mantenendo invariate le geometrie.

DH ANCILLOTTI

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Anche questo modello è stato dotato del caratteristico tirante, nato sul modello Scarab, che permette di trovare il corretto bilanciamento sulla bici. È la nostra ciliegina sulla torta! Grazie a questo tirante è possibile svincolare la geometria della bici rispetto alla taratura delle sospensioni. Per fornire un esempio, se la bici viene percepita alta e sostenuta al posteriore si tende ad ammorbidire la sospensione posteriore o indurire la forcella. Nel nostro telaio invece è possibile intervenire su questo aspetto variando la geometria indipendentemente dal setting delle sospensioni. Il telaio è prodotto in alluminio ed è montato con il nostro ammortizzatore custom Ancillotti.

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Non sappiamo ancora di preciso quando metteremo in produzione la bici per il pubblico, ma al momento l’interesse è davvero alto e ho notato del vero entusiasmo all’idea di una bici da downhill del marchio Ancillotti. Al momento ci stiamo muovendo per fare un prototipo più definitivo e completo, produrne almeno 2 o 3 telaie testarli per una stagione.”

Per entrare nel dettaglio, questo specifico prototipo usato da Sophie Riva è montato così:

• Ammortizzatore Ancillotti custom
• Forcella Formula Nero da 20mm, a molla e con idraulica leggermente personalizzata
• Freni formula Cura4 con dischi da 180mm/180mm
• Trasmissione Sram 7 velocità
• O-chain in configurazione 6°
• Corona da 34 denti
• Pedivelle Descend 165mm DH
• Pedali HT
• Manubrio Renthal rise 40mm
• Attacco manubrio Renthal da 50mm
• Ruote Formula Linea 3
• Inserti antiforatura Barzotto

Il peso della bici come da montaggio è 16kg circa in taglia M abbondante, mentre l’angolo di sterzo è di 62°/62,5° a seconda della configurazione del tirante.

“Per quanto riguarda il bike-fitting di Sophie, in questa prima fase di approccio alla downhill cerco di darle una posizione sicura. Con il tempo e con l’esperienza si può azzardare qualcosa di più particolare. Per questo motivo ho aggiunto molti spessori sull’attacco manubrio per alzarne la posizione, rendendola più sicura. Dal mio punto di vista, se l’atleta riesce ad essere mobile sulla bici e ad usare un manubrio tendenzialmente alto si ottengono benefici sia nei tratti in pendenza che in quelli più piatti. Per lo stesso motivo anche il nostro prototipo segue la stessa filosofia. Abbiamo cercato di fare una bici che sia veloce sull’intera pista e non solo in determinate circostanze.

La bici, inoltre, deve poter dare sicurezza in molteplici discese e non solo sulla run singola, fornendo all’atleta una maggiore confidenza del mezzo e costanza della prestazione dall’inizio alla fine della discesa. Se il pilota ha fiducia nella bici tende a spingersi un po’ di più verso i propri limiti.”

A questo punto non vediamo l’ora di scoprire come sarà la versione definitiva, e magari provarla…!

Testo e Foto: Matteo Pedrech

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