CANYON DUDE CF 9.0 SL

 
È da tempo che ci chiediamo come deve essere una fat bike nell’utilizzo quotidiano, al di fuori di neve e sabbia dove invece possiamo immaginare le indubbie potenzialità.
 
A dire il vero, Domenico, un nostro collaboratore, è già da oltre un anno che utilizza esclusivamente la sua fat!
Grazie a Canyon, il produttore tedesco noto per la vendita online senza intermediazioni, abbiamo potuto testare una loro creazione top di gamma a ruote ciccione, la Dude CF 9.0 SL, in un periodo decisamente particolare, l’autunno.
 
Dude è il modello di fat bike di Canyon presentato a fine 2014, quindi relativamente giovane ma non per questo scontato nelle caratteristiche, in linea a come ci sta abituando l’azienda teutonica.
La caratteristica principale del modello CF 9.0 SL ricevuto in test è sicuramente il telaio in carbonio coadiuvato da un insieme di componenti di livello qualitativo medio-alto che nel complesso fermano l’ago della bilancia a 13.2 kg per questa versione in taglia L.
 

COM’È FATTA

IL TELAIO

Il telaio della Dude dal peso di 1550g è interamente in carbonio. Presenta infatti degli importanti fazzoletti di rinforzo attorno alle zone fisicamente più stressate, come il nodo di sterzo e la scatola del movimento centrale, che se visti nelle giuste condizioni di luce si evidenziano in particolari sfumature di colore.
Si nota la compattezza del telaio soprattutto all’incrocio alto del seat-tube, la quale obbliga ad aumentare la lunghezza di quest’ultimo elemento facendolo uscire dalla linea estetica ideale. Caratteristica ricercata volutamente per migliorare la rigidità laterale e torsionale.
 


 
Sempre la zona centrale è caratterizzata da una massiccio e corposo movimento centrale, largo nella parte bassa per sfruttare una maggior rigidità. Il supporto del deragliatore anteriore è di tipo direct mount e nella parte opposta fa capolino il foro d’uscita per l’eventuale reggisella telescopico con passaggio cavi interno, caratteristica univoca anche per i cavi dei cambi.
 

 
Il carro posteriore dall’inusuale forma è predisposto al montaggio di ruote fino a 4.8 pollici di larghezza, quindi molto più larghe delle 4 pollici montate di serie, questo grazie al disegno allargato dei foderi alti e bassi oltre alla condizione di poter spostare ancora più indietro ruota e freno, sfruttando gli appositi fori e supporti presenti.
 
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Come in altre Canyon è presente la “Impact Protection Unit” appena dietro l’attacco manubrio, che evita, in caso di caduta, la rotazione completa del manubrio ed il conseguente rischio d’impatto delle leve sul telaio. Dettagli curati anche attraverso l’installazione di adesivi protettivi sia nei punti di contatto di passacavi e guaine, sia vicino al disco posteriore.
 

 

COMPONENTI

La bici oggetto del test è montata con allestimento 2015, ma poco varia dal modello 2016 (nelle “conclusioni” sono riportate le differenze). Troviamo ruote complete DT Swiss BR2250 26+ gommate Schwalbe Jumbo Jim 26×4 pollici di larghezza.
 


 
La forcella è di casa RockShox, il modello Bluto è infatti dedicato a questa tipologia di mezzi, presenta 100mm di escursione sfruttando l’aria come elemento elastico ed è dotata di bloccaggio remoto al manubrio.
 

 
Freni, comandi, cambi e pacco pignoni 10 velocità Shimano XT, mentre la guarnitura è una E.thirteen TRS+ a doppia corona 36-22t. Completano l’allestimento una leggerissima sella Fizik Tundra e reggisella e manubrio in carbonio marchiati rispettivamente Ritchey e Canyon.
 
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IL TEST

Come anticipato nella premessa, abbiamo provato a lungo questa Canyon Dude su sentieri ancora spogli di neve, vista la lunga estate protrattasi ben oltre il termine di calendario, ma d’altronde stentiamo a credere che un utilizzatore medio investa denaro su una bici per utilizzarla solamente 3-4 mesi all’anno, no?
 


 

IN SELLA

La posizione di guida è correttamente bilanciata, non troppo distesa, l’ideale per macinare chilometri e ore immersi nella natura. Dopo aver regolato i comandi in base alle esigenze più personali siamo passati alla regolazione della pressione degli pneumatici… e qui inizia il bello.
A differenza delle comuni mountain bike con ruote che spaziano dai 2 pollici ai 2 pollici e mezzo, le fat bike vanno utilizzate con pressioni di gonfiaggio molto inferiori per vari motivi tra i quali aver maggior impronta a terra e sfruttare un effetto di ammortizzazione dei piccoli urti. La pressione è quindi una variabile importantissima su una bici che fa della sua caratteristica più importante proprio le gomme.
 


 

IN PIANURA

Scordatevi di utilizzare la Dude (o qualsiasi altra fat bike) al posto di una bici da cross country, sebbene il peso di soli 13.2kg (in taglia L) la renda snella a confronto di altre fat ammortizzate frontalmente. Rimane un peso importante da muovere assieme anche a masse in rotazione che non agevolano in questo senso.
Premesso ciò, ma anche il meno esperto l’avrebbe capito, dobbiamo ammettere di essere rimasti molto entusiasti della Dude: l’insieme di telaio in carbonio, ruote e allestimento la rende particolarmente rigida e molto reattiva ai comandi del biker. La rapportatura è corretta e grazie alle gomme cicciotte non abbiamo mai sentito la necessità di sbloccare la forcella.
 


 

SALITA COSTANTE

In salita, come anche in pianura, ci siamo permessi di gonfiare le gomme leggermente di più per diminuire l’attrito generato tra battistrada e terreno: nel mio caso, peso 75kg, ho tenuto le gomme a circa 1 bar.
 


 
La sella è sufficientemente comoda, sebbene dia l’impressione di scivolarci sopra essendo formata da un unico livello completamente liscio, ma per fortuna ciò non avviene. Il rapporto massimo 22×38 è sufficiente per la maggior parte dei biker anche se il percorso presenta tratti molto ripidi. La buona pedalabilità in salita è garantita anche geometricamente dall’angolo del seat-tube di 74 gradi, particolarmente verticale.
Per quanto concerne la rigidità del telaio, questa si è dimostrata di alto livello, a tutto vantaggio delle performance, senza però trasformarsi in “scomodità” neanche dopo 5-6 ore di pedalata.
 

 

SALITA TECNICA

Se, come abbiamo visto, nei tratti pedalati abbiamo aumentato la pressione degli pneumatici, nei frangenti più tecnici la scelta sarà contraria, per poter giovare delle doti indicate qualche riga più su. Ho quindi abbassato la pressione a 0.7 bar.
Con le gomme che si deformano calpestando le asperità si riesce a salire agevolmente anche su terreni molto sdrucciolevoli o umidi, merito di queste Schwalbe che, sebbene non presentino un battistrada dei più tassellati, garantiscono un grip eccellente.
 


 
La posizione in punta di sella permette di mantenere la ruota anteriore incollata al terreno anche se, grazie a una posizione di guida centrale e a un angolo sterzo non troppo chiuso, 68.5 gradi, non ha mai dato segni di impennamento eccessivi.
 

DISCESA VELOCE

Finalmente possiamo pigiare il tasto, che abbiamo posto a sinistra non senza qualche difficoltà di compatibilità con la leva freno, e sbloccare la RockShox Bluto nei suoi 100 millimetri di corsa utile, grande infatti è l’aiuto che offre nel caso di impatti con ostacoli che vanno oltre la capacità di ammortizzazione delle gomme.
 


 
La sensazione in curva è tendenzialmente quella di sentire la bici che tende a puntare l’esterno curva, cosa sicuramente dovuta all’effetto volano delle ruote. Per far sì che mantenga la corda designata bisogna piegare la bici senza indugio verso l’interno, proprio come nello stile più enduristico. La sicurezza rimane uno standard molto importante e i freni Shimano fanno egregiamente il loro dovere.
L’insieme cerchi–raggi–mozzi particolarmente rigido e il telaio dalle altrettante qualità infondono sicurezza e consentono una guida precisa e redditizia.
 

DISCESA TECNICA

È un peccato dover rinunciare al reggisella telescopico, se manteniamo l’allestimento di serie, e il dispiacere aumenta se pensiamo di abbassare la sella per affrontare le discese, dato che il reggisella è in carbonio, e io che sono malato per la precisione estetica non permetterei mai di procurargli dei graffi! Ricordiamo però che il telaio è predisposto anche per un passaggio cavi interno, ecco che quindi lo consigliamo come upgrade per poter affrontare i passaggi in fuori sella senza timore…per le generazioni future…e agevolando il rider nei movimenti sul mezzo per mantenere l’equilibrio.
 


 
Le ruote sono tanto vantaggiose per il grip che offrono, qui gonfiate anche a 0.6 bar, quanto svantaggiose per la minor destrezza causata dalle importanti dimensioni, ma fortunatamente il manubrio in carbonio dalla larghezza di ben 760mm viene incontro facilitando le manovre e offrendo sempre un totale controllo.
Non è comunque una bici ideata per discese estreme, anche se non teme passaggi su rocce e radici che si incontrano comunemente in montagna, anche al limite dell’equilibrio, se affrontati alla giusta e moderata velocità.
 

 

ESTETICA

Qualità del telaio sicuramente confermata anche dalla colorazione, in questo modello è prevalente il nero opaco con cenni di rosso che rendono la Dude aggressiva ma con una linea molto pulita. Il piantone della sella con la congiunzione (del top-tube con i foderi superiori del carro) molto bassa ricorda vagamente un telaio da cross country, oltre ad avere una linea molto race oriented. La zona del manubrio risulta leggermente disordinata causa l’incrocio dei molti cavi presenti.
 


 

NOTE

Abbiamo riscontrato la fuoriuscita delle guarnizioni passacavi dalla loro sede nel telaio, il produttore è stato tempestivamente avvisato confermandoci che stanno già provvedendo alla risoluzione del problema.
 


 

CONCLUSIONI

Nel complesso la Canyon Dude CF 9.0 SL si è rivelata un’ottima bici, ben equilibrata tra telaio e componenti, offerta ad un prezzo di 2899 € nella versione 2016 che comprende il nuovo cambio Shimano XT 11v al posto del 10v con anche i freni aggiornati, sempre modello XT di casa Shimano.
 
Tornando alla domanda che ci siamo posti all’inizio e che molti ci fanno: la fat bike si può usare tutto l’anno?
 
La risposta che mi sento di dare è , le fat bike appagano maggiormente i biker che vivono questo sport senza sentire la necessità di gareggiare, un escursionista troverà quindi nella Dude una fida compagna di avventure, affidabile, leggera e performante che lo accompagnerà in salita e in discesa su passi dolomitici o lungo vaste pianure con la dovuta calma e comodità, donando la possibilità di godersi il panorama e di scattare qualche foto. Le migliori doti le dimostra pur sempre su terreni molto cedevoli come la sabbia o su piste innevate… a che pressione le gomme in queste condizioni? Provate a 0.3 bar!
 


 
Sito del costruttore: www.canyon.com/.html
Sito modello Dude: www.canyon.com/it/mtb/dude/dude-cf-9-0-sl
 
Testo di Matteo Pedrech
Foto di Claudio Carraro sito: www.claudiocarraro.com
 
GALLERY FOTOGRAFICA:

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