TREK SLASH 9.8 XT

È sempre stata una delle più desiderate mountain bike da enduro, il suo nome risuona da molti anni, stiamo parlando della TREK SLASH, l’ultima erede di una dinastia sviluppata per andare forte e spostare l’asticella sempre un po’ più in alto. In questo test abbiamo provato l’allestimento 9.8 XT con telaio in carbonio, forcella ZEB e una serie di componenti che fanno leccare i baffi.

Per il 2021 Trek ha rinnovato il telaio della Slash, la più spinta della gamma enduro, che si fa ora ancora più muscolosa adottando componentistica aggiornata, un telaio ancora più “low and slack” ed escursioni maggiorate. Il test, durato oltre un mese, l’abbiamo svolto sulle Prealpi Venete, sui sentieri di Alano (BL) sapientemente mantenuti dal gruppo Hard Rock Enduro, sul Montello (TV) e sul Monte Cesen. Ci è rimasto solamente un piccolo sassolino nella scarpa: non averla provata in bike park a causa delle chiusure invernali.

Bando alle ciance, tiriamo fuori dallo scatolone la TREK SLASH 9.8 XT 2021 e vediamola nel dettaglio.

COM’È FATTA:

La TREK SLASH 2021 si presenta al pubblico rinnovata, il travel guadagna 10mm passando dai 150mm del modello 2020 ai 160mm attuali, e la forcella da 160 a 170mm di escursione. Forcelle che adottano ora steli aumentati fino a 38mm di diametro.

Parlando del telaio, le nuove geometrie includono un angolo sterzo disteso di 0.6° in più rispetto al telaio precedente, che ora tocca quota 64.1° con il MINO LINK in posizione Low. Angolo sella verticalizzato di ben 2 gradi (ora 75.6° sempre in Low) e un Reach allungato di 20-30mm in base alla taglia. Confermata la presenza del MINO LINK, come citato poco fa, che permette di variare la geometria del telaio ruotando l’eccentrico. Tra la posizione Low e High variano le principali quote geometriche che determinano il comportamento di guida della mountain bike, come ad esempio l’angolo sterzo +-0.6° e l’angolo sella +-2°.

Il telaio, realizzato interamente in carbonio OCLV Mountain, prevede un portaoggetti interno lungo la tubazione diagonale, sotto al portaborraccia, vano utile per un multitool, una camera d’aria o per gli strumenti di prima necessità.

In carbonio anche il carro che prevede il classico cinematismo ABP proprietario di Trek, che in sostanza è un single pivot ottimizzato, dotato inoltre di tubazioni dalla sezione molto abbondante, come anche per la parte anteriore del telaio.

Il tubo sterzo conico integra il Knock Block 2.0, l’ormai onnipresente sistema di bloccaggio della rotazione del manubrio che in questa versione 2.0 aumenta l’angolo di rotazione fino a 75°, rispetto ai 58° della precedente versione.

Passaggio cavi completamente interno, protezione contro gli urti lungo la tubazione diagonale e rocker link in magnesio sono solo alcuni dei dettagli di questo nuovo telaio Trek.

Rimane invariato l’utilizzo di ruote da 29 pollici. In questo allestimento troviamo i nuovi cerchi Bontrager Line Elite 30 in carbonio con canale interno da 29mm e 28 raggi per ruota. Copertoni anch’essi Bontrager, 29X2.40 SE4 Team Issue al posteriore e 29×2.60 SE5 Team Issue all’anteriore. Entrambi -ovviamente- tubeless ready. I mozzi sono boost per entrambe le ruote: 110×15 e 12×148.

I vari allestimenti adottano ammortizzatori sia con piggyback che senza, in questo allestimento 9.8 XT è presente il nuovo RockShox Super Deluxe Ultimate metrico da 230mm, con elemento elastico ad aria DebonAir e regolabile in 3 posizioni ThruShaft. La forcella sempre di casa RockShox è la tanto chiacchierata ZEB con steli da 38mm di diametro, in questa versione Select+ DebonAir e idraulica Charger 2.1 RC. Prevede un offset da 44mm e un’escursione di 170mm.

La TREK SLASH 9.8 2021 XT prevede un impianto frenante Shimano SLX M7120 con 4 pistoncini, abbinato a dischi Shimano RT66 da 203mm all’anteriore e 180mm al posteriore. Il telaio è dotato di supporti pinza 180mm direct mount e può supportare dischi fino a 220mm di diametro.

Ma passiamo alla trasmissione, anch’essa di casa Shimano come si evince anche dal nome dell’allestimento, XT. Guarnitura Shimano XT M8120 con corona da 30T (utilizzabili corone da 28 a 34T) e pedivelle da 175mm, cambio Shimano XT 12s e corona 10-52.

Cockpit composto da un manubrio Bontrager in carbonio da 35mm di diametro che tocca l’imponente quota di 820mm di larghezza, fissato ad un attacco da 35mm.

Passiamo invece alla seduta dove troviamo anche qui un insieme di componenti Bontrager tra cui la sella Arvada e il reggisella Line Elite da 150mm e dotato di comando remoto al manubrio.

IL TEST:

Trek ci ha mandato la Slash in taglia ML, sì perché Trek è uno dei pochi produttori che propone anche la taglia intermedia tra la M e la L, declinando quindi la Slash in ben 5 taglie dalla S alla XL.
Al bilancino ha confermato il peso dichiarato di 14.5kg, senza pedali e con copertoni tubeless.

Rider: Riccardo Garbuio
Abbigliamento TLA Racing Apparel, casco Troy Lee Design, maschera Ethen, ginocchiere Dainese

Partiamo dall’assetto di base, cioè regolando il SAG della forcella: l’imponente RockShox ZEB con steli da 38mm di diametro che fa rivivere nella mente dei freerider dei primi anni 2000 la gloriosa Totem. Regolata al 25-28% della corsa, richiede un paio d’uscite prima di stabilizzarsi nelle performance, offrendo poi una corretta stabilità. Il rebound si controlla con il classico pomello sotto il fodero destro, mentre in testa allo stesso troviamo la chiusura della compressione che abbiamo lasciato -pressoché sempre- completamente aperta.

ThruShaft Super Deluxe

Passiamo ora a parlare dell’ammortizzatore RockShox Super Deluxe Ultimate con una regolazione d’eccezione, la ghiera blu è infatti una sorta di “pre-set” che permette di regolare l’idraulica adattandola al tipo di percorso solamente ruotando il manettino. Sì, proprio così, tre sono le regolazioni che permette il ThruShaft Super Deluxe, equipaggiato con un nuovo regolatore a bassa velocità che può annullare gli input del rider (ad esempio i colpi di pedale) senza alterare la reazione alle sollecitazioni di compressione ad alta velocità provenienti dal trail (ad esempio le rocce frastagliate), ma vediamole nel dettaglio:

1. Zero Setting (di fabbrica)
Una regolazione imposta-e-dimentica, ottimizzata con una compressione a bassa velocità ideale per garantire efficienza e controllo. È la taratura di base, ideale per affrontare i trail di tutti i giorni.

2. Minus Setting
Pensata per spingere al limite, fornisce un piccolo aiuto da parte della bici nelle situazioni più difficili. Questa impostazione consente all’ammortizzatore di comprimersi più liberamente, lasciando che la sospensione faccia il proprio lavoro quando è necessario ogni millimetro di escursione. Taratura ottimizzata per i trail in discesa più aspri e scassati.

3. Plus Setting
Per chi cerca velocità e versatilità, la taratura “Plus” consente all’ammortizzatore di posizionarsi più in alto nella propria escursione, aumentando così l’efficienza di pedalata. Questa taratura è ideale per affrontare rampe o linee di salto, quando cioè occorre caricare maggiormente sul trail.

Con l’ammortizzatore abbiamo optato per una regolazione del SAG leggermente più abbondante, toccando quota 30%, visto quanto più raffinato sia -soprattutto nella regolazione della compressione- rispetto alla forcella.

E prima di partire non dimentichiamoci di inserire gli oggetti di prima necessità (camera d’aria, multitool) nello scomparto posto sotto al portaborraccia!

IN SELLA

È incredibile come le nuove geometrie sempre più “aperte” e “allungate” non intralcino la posizione di guida. Sia chiaro: non è così per tutte le recenti mountain bike da enduro, troviamo infatti ancora piattaforme vecchio stile, ma Trek è indubbiamente pioniere in certe soluzioni che poi si trovano in larga scala nel mondo della mountain bike. 64.1° di angolo di sterzo per una 29er non è cosa da poco!

Piuttosto non abbiamo capito l’utilità di un manubrio largo addirittura 820mm. Non abbiamo potuto tagliarlo perché la mountain bike andava restituita, ma da metà test in poi abbiamo installato un manubrio che avevamo in redazione largo 780mm, sufficiente anche per una maxi enduro di questo calibro. È doveroso precisare che il manubrio montato di serie, sebbene in carbonio, è tagliabile nella misura desiderata.

La seduta risulta leggermente spostata verso la ruota posteriore ma senza esagerazione, risultando a tutti gli effetti relativamente comoda. Finalmente abbiamo anche trovato la taglia ideale per chi, come spesso accade, è a cavallo tra la M e la L. Questa “mezza taglia” copre molto bene la fascia intermedia, necessaria solitamente per chi è alto tra i 177 e i 182cm.

Nei tratti pedalati si sente l’inerzia e l’attrito dei copertoni che remano contro la volontà di accelerare, obbligando a mantenere la calma per non sprecare le energie. Con le unità ammortizzanti irrigidite si rivela comunque discretamente agile in pedalata, almeno rispetto alle versioni precedenti, ma non bisogna aspettarsi prestazioni tra trailbike.

Il manubrio è posizionato abbastanza basso per merito di un telaio decisamente compatto e di un attacco manubrio da 35mm di lunghezza, lo si nota chiaramente anche per i fuori-sella che genera anche adottando altezze sella nella media (74cm dal movimento centrale nelle foto di questo test).
Piuttosto la domanda che sorge spontanea è: perché pedivelle da 175mm di lunghezza? Ma questo lo vedremo tra poco.

IN SALITA

Sappiamo bene che stiamo parlando di una bici da enduro e le salite per molti equivalgono a momenti per scambiare quattro chiacchiere con i compagni di avventura, momenti di relax che precedono la tanto amata discesa.

Ebbene sì, la TREK Slash 2021 è migliorata molto in pedalata rispetto alle versioni precedenti, tant’è che ci si dimentica di essere in sella a una 29er dalle geometrie “spinte”, e permette di risparmiare le forze per la discesa, a patto di affrontare il dislivello positivo seduti in sella pedalando in modo regolare.

L’idraulica dell’ammortizzatore chiusa è una manna dal cielo soprattutto nei tratti asfaltati e lungo le strade forestali, altrimenti pedalare con un 30% di SAG diventerebbe controproducente anche per il bobbing -seppur minimo- che si crea. La forcella non è provvista del bloccaggio e sinceramente non ne abbiamo nemmeno sentito la mancanza, dato che l’affondamento è percepibile solo se ci si alza sui pedali, spostando quindi il peso più sull’anteriore.

Abbiamo citato qualche riga più su le ruote da 29 pollici che in questo allestimento 9.8 XT sono composte da cerchi Bontrager Line Elite 30 in carbonio e copertoni anch’essi Bontrager da 2.40 al posteriore e 2.60 all’anteriore, un’accoppiata molto performante ma non in termini di scorrevolezza nel pedalato visto il disegno del battistrada delle coperture, formato da tasselli trasversali molto spaziati tra loro.

Tutto questo attrito però viene in aiuto nelle salite tecniche dove permette di avere grip anche sui terreni più smossi, e i tasselli ben distanziati tra loro scaricano bene anche il fango presente. Nei frangenti tecnici e ripidi non si innescano impennamenti e ciò ci ha sbalordito: merito sicuramente del manubrio basso, ma anche dell’angolazione del piantone sella. Piuttosto abbiamo toccato a terra più di una volta con le pedivelle, soprattutto se il Mino Link è settato in Low e l’ammortizzatore è aperto…secondo noi delle pedivelle da 170mm (o 165 per chi vuole esagerare) potrebbero essere una soluzione. Abbiamo provato entrambi i versi del Mino Link nelle prime uscite per appurarne le differenze, per poi lasciarlo in posizione Low così da dare libero sfogo all’anima discesistica di questa TREK Slash 9.8 XT 2021, che poi è proprio quella che cerchiamo in questa bici.

La rapportatura arriva fino al maxi-pignone da 51 denti, il quale, abbinato alla corona da 30 denti, permette uno sviluppo metrico tale da assecondare anche i meno allenati. Ricordiamo che telaio e guarnitura permettono di adoperare corone da 28 fino a 34 denti.

Dettaglio da non sottovalutare è la presenza del portaborraccia, utile anche agli amanti della sacca idrica per poter inserire un contenitore porta-camera d’aria o porta-attrezzi. 😉

IN DISCESA

La stavamo aspettando tutti, abbiamo pedalato per chilometri in salita, ora è giunta l’ora di indossare il casco integrale e di scatenarci in discesa!

Abbiamo accennato più di qualche volta alle differenze rispetto alle Slash precedenti, ma quello che ci teniamo a far notare maggiormente è la qualità del telaio che si presenta in questa versione con tubazioni ancora più oversized, tanto che più di qualche passante ci ha additati mugugnando la classica affermazione “con il motore son capaci tutti”…dimensioni che in termini pratici incrementano la rigidità del telaio donando quindi una maggiore precisione di guida. Possiamo notare inoltre ampie porzioni di carbonio anche nelle giunzioni tra le tubazioni, concepite per il medesimo fine.

Come scritto in precedenza abbiamo preferito utilizzare la bici con il Mino Link in posizione Low per godere delle maggiori performance in discesa grazie ad una serie sterzo più distesa, un piantone sella leggermente più inclinato e di conseguenza il movimento centrale più basso. Con questo set-up la sospensione posteriore dà il meglio di sé, assieme all’ottimo ammortizzatore RocKShox Super Deluxe Ultimate che, grazie alla presenza del piggy back e all’alto volume d’aria, mantiene inalterate le performance anche nelle discese più lunghe e dissestate.

Ottima la possibilità di controllo della compressione alle basse velocità, il sistema ThruShaft ha permesso infatti di personalizzare la risposta del carro rispetto alla discesa da affrontare. Chiaramente è un settaggio da impostare prima di affrontare la discesa, utile quindi nel momento in cui si sa più o meno cosa ci aspetta. Nel dettaglio i sentieri di Alano (BL) sono decisamente scassati e li abbiamo affrontati impostando la modalità “-“ (meno) così da liberare maggiormente l’idraulica e avere un ammortizzatore più libero, a differenza dei trail del Montello (TV) molto più flow (Clicca QUI per vedere il VIDEO del trail ELKONTADIN) nei quali la modalità più performante si è rivelata la “+” (più), nella quale l’ammortizzatore -essendo più sostenuto- ha conferito alla Slash un carattere più reattivo.

La forcella RockShox ZEB è il tassello che mancava a questa categoria di maxi-enduro realizzate per chi ama andare veramente molto forte in discesa. Rigida, precisa e semplice nell’idraulica quanto efficace quando spinta al massimo. Parliamo di spingerla al massimo perché una forcella di tali dimensioni (e peso) rischia di non far sentire a proprio agio i novelli, coloro che non hanno tanta pratica e capacità di guida, per la tanta rigidità che offre e per il peso elevato. In alcune situazioni le leggere flessioni che subiscono le forcelle dagli steli di diametro inferiore alleviano i colpi ai polsi e le vibrazioni che altrimenti si sfogano su manubrio e braccia del rider, basti pensare a quando si atterra in flat da un salto…no? Ma chi sa dare del gran gas trova pane per i propri denti in questa forcella precisa nel funzionamento e nelle (poche) regolazioni presenti.

Grazie a queste peculiarità la TREK Slash si è rivelata una delle migliori endurone nei tratti veloci, grazie alla precisione di guida che la fanno letteralmente stare sui binari, e alla capacità di assorbire gli ostacoli da prima della classe. Certo il passo non è dei più corti e lo si sente nei tratti più tecnici, soprattutto nelle situazioni in cui è necessario divincolarsi con tecniche trialistiche, situazioni in cui si notano le dimensioni di ruote e lunghezza del telaio, che vanno a scomparire già con una minima velocità, guidando più con il corpo e con le gambe per rendere fluidi e più reattivi i cambi di direzione. È qui che si notano gli etti in più della forcella, rispetto ad altre soluzioni sul mercato, che rendono più faticoso sollevare l’avantreno per oltrepassare certi ostacoli.

In volo l’effetto giroscopico delle ruote da 29 pollici esalta la stabilità della bici in questione e sebbene la stazza sia di un certo spessore, risulta facile anche cimentarsi in evoluzioni per dare spettacolo o per direzionare la bici con l’obiettivo di ottimizzare l’atterraggio.

La scelta di dotare la TREK Slash 9.8 XT di copertoni dalle sezioni differenziate è stata ben ponderata, cercando una maggiore scorrevolezza al posteriore e un maggiore grip all’anteriore, scelta che va bene alla maggior parte degli utilizzatori, ma alcuni preferirebbero un copertone anteriore da 2.45/2.50 al massimo. Nel complesso le gomme Bontrager si sono rivelate discrete come gomme “tuttofare”, anche in presenza di fango. Parere molto positivo per i cerchi Line Elite 30 in carbonio, che hanno garantito ottime performance in termini di rigidità e resistenza, mentre i 28 raggi non hanno mai dato segni di cedimento durante il test. La tensionatura e la struttura dei raggi hanno assicurato una minima e corretta flessibilità che hanno reso queste ruote “facili” da usare.

Spesso accade di trovare sistemi monopivot che si irrigidiscono in staccata, quando la pinza aggredisce il disco posteriore, portando inevitabilmente al bloccaggio e alla conseguente perdita di aderenza. Il sistema ABP di Trek ha come obbiettivo l’efficienza anche in questa situazione, non per niente Trek realizza l’ammortizzatore mediante una diretta collaborazione con RockShox (in questo caso). E in effetti anche in staccata il carro della Slash rimane per quanto possibile attivo. Piuttosto non siamo rimasti molto soddisfatti dell’impianto frenante in termini di potenza, probabilmente sarebbe stato migliore con dischi Shimano ICETEC FREEZA, entrambi da 203mm di diametro.

CONCLUSIONI

Il segmento delle enduro sta alzando sempre più l’asticella e la Trek Slash oggetto del test lo dimostra: fino a uno-due anni fa era impensabile guidare una mountain bike 29er con 160-170 di escursione e assegnarle aggettivi come: agile e pedalabile.

Trek c’è riuscita. Ha realizzato una mountain bike che sta sui binari tant’è precisa durante il riding e nei salti. Forcella e sospensione digeriscono tutto ciò che il terreno le mette davanti e trovare il limite di questa ciclistica è compito assai arduo e dedicato ai veri smanettoni. Trek ha lavorato sapientemente ottimizzando un telaio in carbonio già apprezzato nelle versioni degli anni precedenti. Parlando più nello specifico di questo allestimento 9.8 XT 2021, abbiamo apprezzato il gruppo XT che come sempre si rivela impeccabile anche nel lungo termine, gli ammortizzatori funzionali e adatti a utilizzi anche gravosi, e un insieme di componenti funzionali e molto validi come il reggisella telescopico da 150mm, il manubrio in carbonio e il guidacatena MRP (con protezione inferiore della corona) montato di serie.

La nuova Slash 2021 viene apprezzata senza dubbio dagli enduristi che vogliono cimentarsi nelle competizioni, anche di alto livello, con l’unica accortezza di valutare l’upgrade ai freni come consigliato poc’anzi. Indubbiamente potrebbe essere la bicicletta ideale anche per chi, senza pretendere un parco bici troppo assortito, vuole prendere posto a qualche gara di downhill! Non tralasciamo poi il riding in bike park dove la Trek Slash potrebbe diventare la regina per gli amanti della velocità.

Oltre alle caratteristiche già menzionate, questa Slash offre poi un pacchetto di dettagli degno di nota, come l’ampia protezione sotto la tubazione diagonale, il sistema Knock Block, la protezione del fodero destro, la regolazione del Mino Link e il portaoggetti sotto al portaborraccia. Dettagli che concorrono nel fare la differenza in un prodotto il cui allestimento di serie è ampiamente completo.

Prezzo di listino: 6299€

 

Cosa non ci è piaciuto:
Freni leggermente sottodimensionati.
Cosa ci è piaciuto:
Carattere race oriented;
Ottima qualità del telaio e dei componenti in carbonio;
Enduro…che va anche oltre l’enduro.

 
Link al sito TREK: www.trekbikes.com

 
Testo e foto: Matteo Pedrech
Rider: Riccardo Garbuio
Location: Alano di Piave (BL) – sentieri curati da Hard Rock Enduro

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