E-mtb: la manutenzione delle batterie

Con la vostra eMTB a riposo vogliamo darvi qualche indicazione su come mantenere le batterie della vostra mtb a pedalata assistita al massimo dell’efficienza. Inutile dirvi che le batterie sono il sistema linfatico della vostra eMTB, dalla loro efficienza dipende il funzionamento della bici, e quindi della qualità delle vostre uscite.

Parliamo ovviamente di eMTB con motore centrale brushless e batterie agli ioni di litio da 36 Volt, ovvero lo standard più diffuso con capacità che variano dagli 8 ai 15 Ah (Ampere/ora). Tutti i motori, per obbligo di legge, hanno un massimo di 250 Watt di potenza con un’autonomia variabile misurata in Wh (400, 450, 504, 600, 625, 630, 700, 900 e più). Il tempo di ricarica medio di una batteria varia dalle 2 alle 8 ore.


 
Con una carica completa una eMTB consente di percorrere dai 40 ai 120 e più chilometri, a seconda di molte variabili: dal livello di assistenza usato, dal dislivello che si percorre, dal percorso, se tecnico o scorrevole, dalla temperatura esterna (il freddo è nemico delle batterie e le fa scaricare prima), del peso della bici e soprattutto da quello del ciclista.
La prima cosa da fare, al di là di avere la batteria carica, è effettuare sempre una buona manutenzione della eMTB, che deve essere sempre controllata, pulita e lubrificata. Per questo vi rimandiamo al nostro recente articolo che spiega le basi della piccola, ma necessaria, manutenzione periodica da fare prima di ogni uscita.
 

La cura della batteria: l’ABC

In periodi di inattività, come questo, oppure quando si va i vacanza, è necessario staccare la batteria e conservarla in luogo asciutto e a temperatura ambiente (quella di casa, tra i 15 e i 20 gradi centigradi è l’ideale) ricordandosi sempre di tenerla con una carica compresa tra il 30% e il 60% della sua capacità, mai completamente scarica o completamente carica.
 

 

No all’idropulitrice

Per preservare i componenti elettronici della batteria è assolutamente sconsigliata la pulitrice ad alta pressione, intorno al motore e sulla batteria. Meglio pulire la batteria con un panno umido, evitando l’uso di strumenti di detergenti aggressivi che possano modificarne la superficie. Prima di pulire l’eBike, si deve sempre rimuovere la batteria. E attenzione, di tanto in tanto occorre pulire e lubrificare leggermente anche i poli del connettore dell’eBike.
 

 

Carica e vita di una batteria

Anzitutto evitate di lasciare il pacco batterie esposto a lungo al sole così come a temperature troppo fredde sotto i 5°. Le batterie con celle a ioni di litio possono essere caricate indipendentemente dal loro stato di carica e un’interruzione del procedimento di carica non danneggia la batteria perché i moderni sistemi di gestione batterie, combinati a caricabatterie originali, proteggono la batteria dal sovraccarico e da sbalzi di tensione e cortocircuiti. I moderni carica batterie sono “Smart charger”, ovvero si sconnettono autonomamente quando la piena carica è raggiunta.
 

 
Persino dopo 500 cariche complete, la batteria dispone ancora di un’elevata capacità, ovvero tra il 70 e il 80 percento della propria capacità iniziale. Secondo un test svolto dall’ADAC nell’autunno del 2015, una batteria eBike-Akku di Bosch poteva essere scaricata e ricaricata completamente fino a ben 1.515 volte; in seguito possedeva solo il 30 percento della sua capacità originale e non poteva essere più impiegata. Ciò significa che la batteria sarebbe stata sufficiente per percorrere fino a 57.000 km, pari a una volta e mezzo la circonferenza della terra.
 

 

Lo stoccaggio

Le batterie Li-Ion delle moderne ebike di gamma media e alta sono progettate per durare a lungo e restare ferme per diversi mesi senza avere nessun problema, indipendentemente dalla carica al loro interno. Il circuito BMS (sistema elettronico di gestione delle celle) si disattiva e non consuma la batteria. Se ferma da un anno, si può riutilizzare nuovamente la batteria anche senza ricaricarla ma bisogna aspettarsi delle prestazioni inferiori per un paio di cicli di ricarica, fintanto che le celle non si sono completamente “riattivate”.
 
 
Testo: Marco Trabucchi
Foto: Matteo Pedrech
 

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