Le 5 regole del buon biker

Cinque sarebbero poche, ma senza entrare nel “complicato” vediamo almeno le regole fondamentali da rispettare per poter godere della nostra passione in modo sereno, divertente, sicuro e corretto anche verso chi verrà dopo di noi.

1. Rispettare la natura

Sembra scontato, ma la mountain bike è uno degli sport che maggiormente pongono i biker a contatto con la natura. D’altronde se non in natura, dove potremmo mai godere della nostra mountain bike? Per questo motivo il bravo biker deve rispettare la natura in tutti i modi con i quali ha la possibilità di farlo, partendo dal non inquinare. Certo sono tutte cose scontate, ma purtroppo molti ancora non le praticano fino in fondo e allora eccoci qui a ribadirlo. Le cartacce delle barrette energetiche, le camere d’aria bucate, e tutto ciò che inquina va riposto nello zaino, portato a casa e gettato negli appositi bidoni.

Il rispetto della natura non è solo legato all’inquinamento ma anche al maltrattamento dell’ambiente. Il bravo biker corre sui sentieri e, nei limiti del possibile, evita i fuori pista. Allo stesso modo anche i sentieri vanno rispettati, evitando di derapare inutilmente soprattutto se sono pesantemente bagnati dalle piogge. Un sentiero molto scavato agevola l’azione erosiva dell’acqua, con tutti i disagi che ne conseguono. Negli ultimi anni stanno nascendo molte associazioni che operano nel territorio per il mantenimento dei trail in modo ecosostenibile e razionale, con l’obbiettivo di godere della mountain bike senza danneggiare la natura e il prossimo. Per citare degli esempi troviamo Sentieri Puliti sui Colli Euganei o Finale Outdoor Region nel Finalese.

2. Imparare a guidare la mountainbike

Il buon biker sa guidare la mountain bike. Suona come una cosa ovvia, e dovrebbe esserlo, ma spesso non lo è. Il buon biker non è il più veloce a percorrere un trail e nemmeno quello più bravo a saltare, ma è colui che sa guidare correttamente la propria bicicletta, che conosce i propri limiti e quelli della bici.

Ma come si apprendono i fondamenti della mountain bike? Come per qualsiasi cosa bisogna applicarsi e studiare. Non sempre è sufficiente il fai-da-te ma riteniamo molto utile partecipare a corsi di guida. Ce ne sono di vari livelli, da quelli basilari a quelli più avanzati, organizzati da singoli istruttori o da associazioni ciclistiche. Allo stesso modo ci sono corsi per le diverse discipline della mountain bike, dal cross country all’enduro, fino a quelli più inerenti al downhill.

Questo è un tema attualissimo visto il boom delle ebike negli ultimi tre-quattro anni. Molti biker sono stati attratti dalla facilità delle ebike e si sono prodigati nell’affrontare sentieri e tour senza conoscere le basi di guida della mountain bike, con il conseguente pericolo per la propria incolumità. Grazie alle ebike molti principianti sono riusciti a raggiungere rifugi in alta montagna, senza poi riuscire ad affrontare la discesa, o incappando in rovinose cadute. Incredibile? È successo davvero, più di una volta.

I corsi di guida possono anche essere visti come un ripasso negli anni, e riteniamo utile il fatto di cambiare istruttore per approcciarsi a nuovi metodi di insegnamento che magari possono stimolare maggiormente al miglioramento.

3. Essere autonomi

Il buon biker è autonomo. Certo, è giunta l’ora di smetterla di affidarsi alla fortuna, o all’unico previdente del gruppo che indossa lo zaino con dentro camera d’aria e multitool. Dovrebbe essere buona regola che ognuno avesse con sé i ricambi per la propria bicicletta, in primis una camera d’aria di scorta, ma anche una pompetta e le leve per affrontare il cambio. Non devono mancare nello zaino, o nel marsupio, un multitool con gli attrezzi di base e magari due fascette da elettricista, sempre utili! Attenzione che essere autonomi significa non doversi affidare ai compagni di avventura a causa di mancanze evitabili, da non confondere con il fatto di uscire in solitaria. Quest’ultima situazione sarebbe da evitare visto come, in caso di grave incidente, risulterebbe molto difficile chiamare i soccorsi e farsi trovare.

L’indipendenza non dev’essere intesa solamente per quanto riguarda le riparazioni in caso di necessità, ma anche per la gestione del cibo, dell’acqua e dell’abbigliamento. I primi due punti vanno ovviamente di pari passo e si legano alla questione dell’esperienza. Ogni persona ha le proprie necessità e solo conoscendosi molto bene si può sapere di quanta acqua si ha bisogno e di quante barrette energetiche, in relazione all’uscita prevista. Certo è che un gel zuccherino o una barretta energetica in più nello zaino male non fanno, anzi, spesso possono salvare da crisi di fame o da crampi inaspettati.

Così anche l’abbigliamento va scelto accuratamente e l’antivento non dovrebbe mai mancare! Le soluzioni offerte dal mercato di certo non mancano, più o meno costose, di una marca o di un’altra, non ci sono scuse.

4. Conoscere i propri limiti

Una volta imparata la tecnica di guida, come abbiamo visto nel secondo punto, è necessario acquisire esperienza e, come sappiamo tutti, l’unico modo per farlo è pedalare, pedalare tanto. Solamente il tempo e il numero di uscite in bici aiutano ad acquisire esperienza, proponendo –ahimè– difficoltà e situazioni da affrontare. Ad essere onesti l’esperienza si acquisisce anche correndo con qualcuno di più esperto, imparando i segreti del mestiere. L’importante è sempre apprendere per gradi, senza rischiare inutilmente la propria incolumità e quella dei compagni di avventura.

Riconoscere i propri limiti significa anche sapere quando è il momento di tirare i freni, ovvero rendersi conto delle situazioni prevenendo quelle di pericolo. Un esempio pratico molto banale? Avete mai fatto caso come dopo alcune discese in bike park la stanchezza alle dita impedisca di avere una frenata efficiente? Ecco, il biker esperto sa che alla prima avvisaglia di stanchezza deve rallentare, per prevenire una situazione di pericolo. Un biker che sa guidare e conosce i propri limiti, senza dubbio si diverte di più di colui che improvvisa. Sa gestire gli inconvenienti, evita situazioni che nascondono insidie e cerca di non mettere in pericolo altri biker compiendo manovre azzardate.

Allo stesso modo bisogna evitare di affrontare tour troppo impegnativi per la propria condizione fisica, spesso dettati dall’opera di convincimento dei compagni di avventura molto più allenati. L’insorgere di crampi o crisi di fame sono solo due delle conseguenze alle quali si può facilmente andare in contro. L’uscita divertente e spensierata potrebbe trasformarsi presto in un incubo.

5. Convincere gli altri a seguire le prime 4 regole

Le statistiche parlano chiaro, ancora troppi bikers non rispettano le principali regole. Ciclisti senza attrezzatura che si affidano all’amico clemente (o pirla?) che sicuramente presterà la camera d’aria. Bikers che si mettono in situazioni difficili sovrastimando le proprie abilità e mettendo in difficoltà anche il resto del gruppo. Altri che abbandonano a terra le confezioni delle barrette energetiche o che rovinano i sentieri inchiodando la ruota posteriore inutilmente.

…e se per una volta pensassimo di essere noi “il prossimo”?

Testo: Matteo Pedrech

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