Novità da BILLET: rinnovata la gamma gravity e ebike, con nuovi dischi e nuovi spider

Novità da BILLET: rinnovata la gamma Gravity e eBike, con nuovi dischi e nuovi spider

Qualche settimana fa ho incontrato Serafino, titolare di BILLET, azienda italiana specializzata nella produzione di dischi e pastiglie, il quale mi ha fatto vedere delle novità molto importanti che riguardano soprattutto il mondo delle ebike, ma anche le discipline gravity.

Innanzitutto i dischi, che ora arrivano fino a toccare i 250mm di diametro, ma presenti anche da 225mm e i più classici da 203 in giù.
La particolarità dei dischi BILLET è il fatto di essere ricavati dal pieno e tagliati al laser, le fresature sulla superficie permettono di avere inoltre una frenata molto potente ed efficiente.

Sono realizzati in una lega di acciaio molto ricca di carbonio e, sebbene temprati, hanno la caratteristica di adattarsi alle condizioni di utilizzo, in relazione alla pista e al modo di guidare del pilota. Serafino li definisce “auto-tempranti“, proprio per questa caratteristica di adattamento alle diverse situazioni che si presentano sia in ambito racing ma anche in quello più amatoriale. Lo spessore è di 2,2mm, una misura molto ampia rispetto alla media dei dischi in commercio.

Gli Spider, disponibili in diverse varianti cromatiche, sono di due misure per meglio adattarsi alle dimensioni dei dischi. Realizzati in Ergal, sono disponibili sia in versione fissa che flottante. Questi ultimi sono dotati di perni flottanti grazie ad una molla, che permette al disco di deformarsi con il calore generato dalle frenate, per poi ritrovare l’allineamento mano a mano che la temperatura scende.

Oltre ai dischi, BILLLET produce anche le pastiglie con mescola specifica in base alla destinazione d’uso. Le mescole sono ben 6: enduro, downhill, ebike, cross country e strada.

Serafino mi ha poi parlato di un nuovo progetto…che purtroppo non posso anticiparvi… Non vi resta che continuare a seguire MTBTECH per scoprire di cosa si tratta 😉

facebook.com/billetht

Testo e Foto: Matteo Pedrech

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