TEST OCHAIN: il pedal kickback è solo un vecchio ricordo

Si chiama Ochain ed è un prodotto italiano, ingegnerizzato da uno specialista della downhill, che promette (spoiler: …e mantiene) di annullare pressoché completamente l’effetto del pedal kickback. L’abbiamo provato e vi spieghiamo come funziona.

Ma prima di analizzare questo dispositivo innovativo è necessario fare un passo indietro e capire perché è nato. Chi l’ha pensato è stato Fabrizio Dragoni, discesista simpatico e molto forte. La scintilla che ha dato il via all’idea dell’Ochain si è accesa proprio vivendo i campi gara in prima persona e seguendo le competizioni di coppa del mondo di downhill. Infatti più di qualche volta è capitato che un pilota sia riuscito a fare il tempone sebbene chainless, quindi senza catena, rotta durante la discesa. Quindi senza catena si può andare lo stesso molto forte in discesa? La risposta è SI, senza catena i piloti andavano più forte nelle sessioni di tracciato più tecniche, nelle quali sospensioni e telaio lavoravano maggiormente, mentre -ovviamente- perdevano qualcosina nei tratti dove gli altri potevano pedalare.

Il fatto che senza catena si vada più forte non è una vera e propria novità, difatti normalmente (quindi con la catena) si verifica un fenomeno chiamato pedal kickback, una situazione nella quale durante la compressione della sospensione posteriore, la ruota tende ad allontanarsi dal movimento centrale mettendo letteralmente in tiro la catena. Le pedivelle non hanno possibilità limitate di ruotare all’indietro per assecondare questa situazione, essendo vincolate dal peso del biker, generando quindi una forza contraria a quella necessaria alla sospensione per lavorare in maniera ottimale. Ed ecco a voi il pedal kickback.

Durante il test dell’Ochain.

Da anni i produttori cercano di limitarlo il più possibile con soluzioni variegate, c’è chi punta su schemi a pivot virtuale, chi alza il fulcro ecc, e -in tutta onestà- ci sono effettivamente soluzioni abbastanza valide. Ma tutte, chi più chi meno, soffrono di questo fenomeno.

Per annullarlo è necessario quindi svincolare la trasmissione dalle pedivelle, ovviamente solo in discesa…ma come? Ed ecco che entra in gioco il genio di Fabrizio Dragoni.

L’Ochain montato sulle pedivelle XT della nostra Transition Smuggler.

Nasce con questi principi l’Ochain, uno spider attivo in grado di ruotare di qualche grado in senso antiorario per assecondare il tiro catena quando la sospensione lavora, mantenendola quindi libera di lavorare anche su telai più ostici. Nel mondo delle competizioni ha trovato largo utilizzo tra i top rider nazionali e internazionali, constatata la sua efficienza, diventando un must have anche in coppa del mondo.

Nella confezione, oltre all’Ochain, sono presenti gli elastomeri di differente misura, le viti di fissaggio per la corona e una guarnizione di ricambio.

COM’È FATTO:

Di per sé l’Ochain è anche relativamente semplice, composto da due gusci che ruotano in maniera calibrata su sé stessi. Il primo guscio è fissato alla pedivella, mentre il secondo sostiene la corona. Al centro, nel cuore, il sistema che regola la rotazione è un insieme di elastomeri -sostituibili- calibrati per permettere 4, 6 o 9 gradi di movimento. Ovviamente più sono i gradi di rotazione più l’Ochain asseconda la sospensione, ma su questo è necessaria qualche riflessione in più che vedremo nel proseguo della nostra recensione.

Il cuore dell’Ochain, con gli elastomeri e la meccanica che ne permette il funzionamento.

Abbiamo ricevuto il test un classico Ochain, nero, che al bilancino ha fatto segnare 180 grammi compresa la corona da 32 denti. È disponibile per i principali standard di innesto diretto della corona, è realizzato in alluminio 7075-T6 e monta ingranaggi con giro bulloni standard 104 mm.

IL TEST:

Andiamo al sono e vediamo nel lato pratico la funzionalità di questo active spider.

L’installazione è molto semplice, va posizionato al posto della corona a montaggio diretto, a sua volta sostiene una corona -con giro bulloni 104mm- che nel nostro caso è da 32 denti. L’abbiamo installato sulla nuova Transition Smuggler, una trail bike arrogante alla quale piace fare la voce grossa in discesa ma che si fa pedalare molto bene.

Non richiede manutenzione particolare, ma è vivamente consigliato l’utilizzo di una chiave dinamometrica quando si agisce sulla viteria che lo compone.

IN PEDALATA

Già dalle prime pedalate si nota il maggiore angolo di ingaggio, aumentato di 4, 6 o 9 gradi in base agli elastomeri scelti. Noi siamo partiti con la misura intermedia, quindi 6 gradi.

Le pedivelle si muovono libere di qualche grado, lo si nota quando si aggancia la prima scarpa o quando si riprende la pedalata dopo un’interruzione. È un fenomeno diverso da quanto siamo abituati e per certi versi, soprattutto quando si interrompe e riprende la pedalata in maniera repentina, potrebbe far storcere il naso a molti. Avendolo utilizzato in test per più di un mese abbiamo voluto mettere alla prova tutti gli elastomeri, provando quindi l’Ochain in tutte le sue potenzialità.

  • 4 GRADI – è la misura più bassa e meno invadente, che riteniamo la migliore per un utilizzo cross country e trail riding leggero. L’angolo di ingaggio ridotto permette una buona reattività in pedalata e garantisce comunque la funzionalità dell’Ochain in discesa, anche grazie al ridotto travel di questa disciplina.
  • 6 GRADI – ottimale dal trail riding aggressivo all’enduro. L’angolo intermedio garantisce ottime prestazioni in discesa abbattendo il pedal kickback, mentre in pedalata si nota l’angolo di ingaggio più marcato.
  • 9 GRADI – ingaggio estremo, dedicato esclusivamente per le discipline gravity spinte, quindi downhill e bike park. La mobilità permessa dall’Ochain è massima e quindi essenziale per le lunghe escursioni, mentre le prestazioni in pedalata non sono la priorità.

Abbiamo iniziato il test con gli elastomeri da 6 gradi, per poi provare quelli da 9 ma che abbiamo tolto dopo la prima uscita, per puntare tutto su quelli da 4° che alla fine abbiamo ritenuto migliori per il tipo di mountainbike in uso, mettendo in rapporto fra di loro le prestazioni generali richieste dalla disciplina.

Una volta che gli elastomeri vanno in battuta chiaramente la pedalata diventa impeccabile, diretta, e la forza trasmessa ai pedali si tramuta in forza motrice. Inoltre con l’Ochain la pedalata è più comoda, a parte l’ingaggio che possiamo descrivere come leggermente pastoso, abbiamo positivamente rilevato una diminuzione delle vibrazioni trasmesse.

IN DISCESA

Ma è in discesa che ne siamo rimasti assolutamente sbalorditi, d’altronde è questo l’ambiente per il quale è stato concepito l’Ochain.

Sebbene la nuova Smuggler abbia una sospensione che lavora molto bene, con l’Ochain è diventata tutt’altra cosa. Non sono sensazioni da palato fine ma bensì palpabili fin dalla prima discesa.

Rispetto alla corona diretta, l’Ochain rende molto più semplice la guida in discesa, il carro lavora libero e le pedivelle risultano più comode e meno rigide. Analizzando le varie sensazioni possiamo capire come il movimento libero del carro sia l’effetto voluto dall’Ochain, che dona quindi l’effetto di essere chainless, pur essendo sempre pronto quando si riprende a pedalare anche nei rilanci tra una curva e l’altra.

La comodità delle pedivelle invece è dovuta dal fatto che L’Ochain in funzione svincola le pedivelle dalla trasmissione e quindi dalla ruota posteriore, limitando così gli strattoni che derivano normalmente dalla sospensione. È abitudine di tutti il fatto di utilizzare biciclette senza Ochain, ovviamente, ma è quando lo si prova che ci si rende conto nel lato pratico cosa vuol dire annullare il fenomeno del pedal kickback.

NOTE:

Tutti i componenti dell’Ochain sono sostituibili, caratteristica che ne garantisce una lunga durata nel tempo.

CONCLUSIONI:

Concludendo possiamo affermare come l’Ochain sia una vera rivoluzione nel mondo della mountain bike. Lo riteniamo assolutamente indispensabile per chi cerca la massima efficienza del proprio telaio, sia esso da downhill o da enduro, ma anche per chi utilizza abitualmente una trail bike. Le regolazioni date dagli elastomeri permettono di regolarlo in base alle proprie preferenze e, perché no, anche in base al percorso e alla mountain bike in uso. Il cross countrista più sfegatato potrebbe lamentare l’angolo di ingaggio ampio in pedalata, con tutte le ragioni del caso, e per questa disciplina la valutazione deve tenere conto di quanto incida la discesa nell’insieme del percorso.
Esiste anche la versione Ochain R che a differenza dell’Ochain testato prevede la regolazione dell’angolo tramite un selettore. Per tutti gli Ochain, la corona è venduta separatamente.

Prezzo di listino: 327.00 € (esclusa la corona)

 

Cosa non ci è piaciuto:

Cosa ci è piaciuto:
Semplice ma molto efficace in discesa;
Manutenzione ridotta al minimo;
Idea geniale che valorizza il carattere di un telaio.

 

Link al sito Ochain: www.ochain.bike

Testo: Matteo Pedrech
Foto: Silvia Rech e Matteo Pedrech

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