Domenico e gli amici di Altopianobike.com hanno passato un capodanno molto diverso dal solito!
Non solo racconto e foto…domani arriva anche un altra sorpresa! rimanete sintonizzati!
 
 
Quest’anno sono stato attratto dall’idea di vivere un capodanno diverso dal solito, passandolo sui pedali della mountain bike.

Per realizzare questa impresa mi sono unito a 6 amici di Altopianobike.com, con cui condivido spesso uscite invernali con le fat bike ed anche bei giri estivi; siamo pertanto io, Lupo Alberto Pavanello, Federica Fidex Fasolo, Stefano Lefo Lefty Ranzato, Stefano Ferrara con la moglie Cristina e Gianni Baù.

L’idea di trascorrere un’Ultimo diverso mi piace; la nostra destinazione sarà l’altopiano di Asiago!
Il ritrovo è a casa di Gianni in provincia di Vicenza per fare un mini cenone anticipato alle 18.00. Non dobbiamo appesantirci troppo ma pedalare per salire sull’altopiano richiede un bel po’ di benzina. Il meteo infatti prevede una gelida nottata, con situazione in forte cambiamento rispetto a quelle miti avute fin’ora a causa del fenomeno dell’inversione termica.

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Caricate le bike nelle auto, assieme a una buona scorta di abbigliamento tecnico pesante, partiamo in direzione della piana dei campi di Golf di Asiago. Il termometro dell’auto indica -4°!

Durante il tragitto in auto ci teniamo in contatto con le nostre ricetrasmittenti, come facciamo solitamente durante le escursioni, e l’idea di percorrere il tracciato studiato, cioè strada del trenino, Roana, Bar Alpino per poi scendere a Monte Corno, non ci entusiasma molto. Decidiamo quindi di ridurre un po’ il giro.

Arriviamo alle 21.00 circa e parcheggiamo al Consorzio Caseario di Asiago. Scendiamo, ci prepariamo a trascorrere questo Capodanno insolito e si decide allora di andare per la strada asfaltata verso il bar in località Turcio per un caffè, ed essere poi pronti alla salita che ci porterà al Monte Corno.

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Parcheggiamo le nostre bike all’ esterno del bar trattoria, che è piena per i festeggiamenti dell’ ultimo, ed al nostro arrivo, tra ruote ciccione e super faretti per illuminare a giorno il nostro percorso, destiamo molto interesse e qualcuno perfino esce a vedere questi marziani che arrivano!
Il tempo di un buon caffè e quattro chiacchiere con i curiosi e si riparte in sella ai nostri mostri, imboccando la strada sterrata della Val Granezza.

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La temperatura si mantiene sempre sui 4° sotto zero ma la salita comincia subito a scaldarci ed il freddo diventa un ricordo. Addentrandoci un po’, la strada si fa ghiacciata e s’incomincia a vedere l’ambiente in veste invernale. Non abbiamo fretta perché le ore da passare sono parecchie e, tra chiacchiere e risate, arriviamo al bivio del Monte Corno affacciandoci alla pianura.

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La nebbia dei giorni passati è scomparsa grazie al vento di bora che ha cominciato a soffiare. Ai nostri occhi appare un paesaggio dai mille luccichii e vediamo qualche fuoco artificiale anticipato in lontananza.

In questa breve sosta dopo la sudata per salire, l’aria fresca si fa sentire e ci viene voglia di scaldarci un po’ con una buona cioccolata calda, e con l’ occasione cambiarci le maglie sudate.

Ci dirigiamo pertanto verso Malga Monte Corno ed anche qui l’ arrivo dei 7 bikers, con 14 (o quasi) fari che illuminano l’ esterno, desta curiosità tra gli ospiti che sono impegnati a festeggiare. Esce anche il titolare che gentilmente ci avvisa che sono indaffarati a servire il cenone e che non ha molto tempo per seguirci.

Chiediamo delle cioccolate calde con panna ma, dopo una lunga trattativa col gestore, si trasformano in 7 thè perché più veloci da preparare; abbiamo accettato il compromesso e tenuto il nostro che avevamo nei thermos come riserva calda per il proseguo del giro.

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Dopo la breve sosta decidiamo di ritornare al bivio, per seguire un pò la strada che si affaccia alla pianura, anche perché incominciano a vedersi dei fuochi qua e là durante il tragitto verso il locale Casello di Guardia. Anche qui destiamo il solito interesse, oltre a qualche complimento per la buona voglia di pedalare anche di notte (e che notte!).

Qui invece veniamo accolti volentieri, anche se con il locale quasi pieno per il tradizionale cenone. Ci accomodiamo ad un tavolo vicino al caminetto e riusciamo a berci la desiderata cioccolata e del vin brulè con alcune fette di dolce fatto in casa.

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L’avvicinarsi della mezzanotte però ci fa rimettere in sella alle nostre bike, ben vestiti ed incappucciati perché fuori c’è una certa brezza e parecchia umidità che si fa sentire. Il nuovo anno lo vogliamo iniziare immersi nella nostra amata natura, in mezzo al bosco.

Ci avviamo pertanto lungo la discesa del Barental, visto che quest’ anno la pista da fondo ancora non esiste a causa della mancanza di neve. Una volta addentrati nel bosco scopriamo invece che la neve c’é, sia nella strada che nelle adiacenze.

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Su una curva, con un pianoro a fianco, scorgo un grande sasso ricoperto dalla neve e penso che potrebbe essere il nostro tavolino (con ghiacciaia naturale) per appoggiare la bottiglia di prosecco, panettone e pandoro custoditi negli zaini per l’occasione.

Le nostre bici affondano nella neve e non abbiamo bisogno di sostegni. Grazie ai nostri faretti riusciamo a fare un’ illuminazione quasi da stadio attorno a quello che sarà il luogo per il nostro festeggiamento.

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Arriva la mezzanotte e Gianni stappa la bottiglia di prosecco per brindare al nuovo anno in modo insolito ma sicuramente originale; dopo lo scambio di auguri e una buona fetta di panettone e una di pandoro, siamo pronti per proseguire la discesa. Questa è per gran parte innevata ed a tratti presenta ghiaccio, che luccica davanti alle nostre luci, ma che non ci intimorisce per nulla!

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Siamo finalmente arrivati ad Asiago tutti sani e salvi e decidiamo di fare un giro veloce per il centro per poter fare una foto di gruppo; passiamo per il corso pieno di gente, qualcuno anche abbastanza brillo, e al nostro arrivo riceviamo più di qualche applauso e, oltre ai molti auguri di buon anno, anche più di qualche complimento!

Fieri di questa notturna, facciamo la consueta foto e poi via verso le auto per caricare le bici e cambiarci. Alberto e Federica ci salutano perché loro scendono lungo il Costo per raggiungere Padova. Noi invece ritorniamo tutti a casa di Gianni per un saluto finale.
Tra battute e risate, ci salutiamo alle 4.30 e tutti a nanna a riposarci!

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Testo e foto di Domenico Vidale
 

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