TEST SCARPE LEATT DXB 5.0 Clip

Mancava la casa americana tra i player dell’abbigliamento sportivo che propongono scarpe da mtb. Oggi Leatt, diventato famoso per i suoi neckbrace e protezioni, colma il vuoto con la nuova collezione di scarpe 2020 per downhill, enduro e freeride con 4 i modelli disponibili, 5.0 e 4.0 dedicati a chi gira con i clip e 3.0 e 2.0 per chi invece predilige i flat. Il trait d’union tra i vari modelli è la mescola speciale RideGrip.

Questa collezione, spiega la nota stampa, è frutto di test condotti nelle situazioni più estreme, dai deserti del Moab, fino ai ghiacciai alpini. Con gli stessi intenti dei tester, abbiamo indossato le scarpe Leatt DBX 5.0 Clip in situazioni diverse, con giri a Paganella Bike Park e giri enduro pedalati.

LEATT DXB 5.0

Dal punto di vista estetico queste scarpe convincono in pieno. La doppia colorazione nero/blu che ci è stata proposta per il test è azzeccata e abbiamo apprezzato la mancanza di grosse scritte in evidenza (se non la discreta scritta azzurrina sullo strap) che rendono il look più sobrio ed elegante. Il logo è il solo elemento grafico presente sul dorso esterno, un piccolo triangolo con lo stesso colore dell’occhiello inferiore.

Il peso è consistente, ma si tratta di scarpe robuste con una suola realizzata con una mescola speciale chiamata RideGrip, che promette di essere resistente ad abrasioni e lacerazioni, mentre lo shank, il rinforzo integrato nella suola, assorbe gli impatti e ottimizza l’efficienza del carico sul pedale, garantendo il massimo controllo di flessibilità e di torsione. Nel nostro caso di scarpa con i clip, lo shank è di durezza elevata, per assicurare la massima efficienza in pedalata.

Altre caratteristiche che raccontano la notevole cura progettuale sono i canali di drenaggio per il fango incisi sul battistrada, le punte traspiranti per favorire la traspirazione anche nelle giornate più calde e il rivestimento interno anti-batterico, anti-odore e ad asciugatura rapida, per un impiego nelle condizioni climatiche più estreme.

Insomma, sulla carta una scarpa bella, comoda e robusta, adatta ad essere strapazzata nei giri enduro e freeride. Sarà davvero così?

IL TEST

Se girate “agganciati” la prima cosa da fare è quella di montare le tacchette. Nel caso di queste scarpe, caso più unico che raro, balza subito sott’occhio lo spazio per la regolazione della tacchetta davvero notevole: ben 25 mm di cui 15 mm verso la parte posteriore della scarpa.

Perché così ampia? Una taratura così estesa verso il retro contribuisce a ridurre la tensione sul tendine d’Achille, oltre a rendere pressoché perfette queste calzature per l’utilizzo enduro ma soprattutto gravity. Nel montaggio aiuta non poco la gradazione riportata utilissima nel collocare alla perfezione entrambe le tacchette, cosa difficilissima con altri sistemi, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla bella placchetta di supporto in metallo da collocare sotto la tacchetta.

Una volta sistemate le tacchete secondo abitudine è il momento di indossarle. Il sistema Speed Lace e Cross Strap per un’allacciatura rapida fornisce una calzata impeccabile, stretta e aderente il giusto. Ai piedi donano una sensazione di robustezza notevole, grazie anche ai paramalleoli, che nelle situazioni di pietraie e sassi smossi, aiutano a stare più tranquilli e riparati.

Siamo contenti di constatare la comodità di queste scarpe, scongiurando di fatto l’insensatezza della convinzione che gravity sia sinonimo di scomodità. Nel caso di queste Leatt la calzata è precisa, assicurata dalla combinazione di lacci e della fascia in velcro supplementare. Unica nota negativa sono le stringhe troppo lunghe, che risultano difficoltose da riporre nell’apposita taschina elasticizzata in rete sulla linguetta imbottita (altra chicca di questa scarpa). Problema che si può risolvere facilmente con una bella sforbiciata.

CONCLUSIONI

Abbiamo indossato le scarpe per molteplici uscite, sia gravity (destinazione d’uso d’elezione), ma anche in lunghi giri allmoutain rivelandosi perfette quando la pendenza diventava negativa, soprattutto su trail tecnici tipicamente enduro, costellati di radici, sassi e rocce. Buono il grip della suola in fase di camminata, quando è necessario spingere la bici per brevi tratti. La mancanza di battistrada tassellato è ovviamente un limite se si affrontano trail irregolari a piedi, magari facendo portage, ma in caso di brevi fuori sella le scarpe si comportano comunque bene, anche su fondo bagnato.

Sull’impermeabilità possiamo apporre il bollino “approved”: durante un’uscita finita con un acquazzone lungo e violento hanno mostrato un’eccellente impermeabilità, oltre che di traspirazione. I piedi a fine uscita si sono rivelati straordinariamente asciutti. Al contrario, con caldo torrido, le scarpe sono un po’ pesanti, rivelandosi per quello che sono, ovvero adatte a climi temperati e più freddi (diventeranno sicuramente le mie scarpe preferite d’inverno).

In pedalata la prestazione è purtroppo inficiata da un peso non proprio piuma (543 g per singola scarpa, in misura 42, con tacchetta e spessore metallico montati), il che può essere un limite per chi è abituato a fare lunghe traversate con la mtb. Per fare un paragone appropriato con qualche concorrente le FiveTen – Adidas Kestrel Pro con BOA (test a questo link mtbtech.it/test/2020/05/test-scarpe-five-ten-kestrel-pro-boa/) pesano 490 g. e le Nortwave Spider Plus 2 (test a questo link mtbtech.it/test/2020/02/test-scarpe-northwave-spider-plus-2/) fermano l’ago della bilancia a 466 g (entrambe sempre in taglia 42 e con tacchette montate). Si tratta di grammi, ma che su un uso prolungato possono fare la differenza.

Prezzo di listino: 119.99€

Cosa non ci è piaciuto:
La presenza dei lacci. Avremmo preferito un laccetto singolo o un doppio velcro.
Calde nei mesi estivi.

Cosa ci è piaciuto:
Il grip superiore della suola Ride Grip;
Un ottimo rapporto rigidità e comodità;
Una buona ventilazione e ottima resistenza all’acqua.

 
Link al sito: shop.athena.eu/it/page/scarpe-bici-leatt-2020

Testo e foto: Marco Trabucchi

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