TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

Non fatevi ingannare dal nome, il casco Lazer Strada Kineticore è uno dei caschi Lazer più polivalenti e preferiti dagli atleti che amano i dispositivi semplici, leggeri ed efficienti, in stile cross country. È proprio il casco Strada Kineticore oggetto di questo test, un dispositivo declinato alle performance sia su strada che fuoristrada, con un carattere assolutamente racing e un’anima tecnologica grazie al Kineticore.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

Casco Lazer Strada Kineticore, occhiali Rudy Project Deltabeat, abbigliamento TLA Racing Apparel.

COS’È IL KINETICORE?

Questa particolare tecnologia chiamata Kineticore, proprietaria di Lazer, l’azienda di caschi belga legata al marchio Shimano, non è altro che un sistema di zone a deformazione programmata in grado di assorbire l’energia che si genera nel momento in cui il casco colpisce il suolo, ad esempio a causa di una caduta.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

La struttura del Kineticore.

Lazer ha lavorato per oltre un decennio alla creazione di questa nuova tecnologia che è integrata nel casco anziché essere aggiunta. Si tratta di un sistema di Protezione Rotazionale Integrato, che protegge dagli impatti diretti e rotazionali grazie ad esclusivi “blocchi” di schiuma EPS, denominati Controlled Crumple Zones (Aree a Deformazione Controllata). Questi blocchi, in caso di impatto, si deformano e assorbono l’energia che altrimenti raggiungerebbe il cervello. Le zone di deformazione controllata proteggono la testa sia dagli impatti diretti che rotazionali.

L’aspetto più importante da sottolineare è che i blocchi di EPS non sono stati aggiunti dopo la lavorazione, ma sono integrati nella calotta e vengono ottenuti tramite uno specifico processo di lavorazione.

Dato che la tecnologia Kineticore è incorporata, Lazer può aumentare la ventilazione e migliorare il flusso d’aria attraverso specifici studi di design. E infatti, tutti i caschi che sono dotati di questa tecnologia sono progettati con prese d’aria dedicate che incanalano l’aria fredda verso la parte posteriore, da dove viene espulsa l’aria calda, sfruttando l’effetto Venturi.

Inoltre, la struttura stessa dei tasselli Kineticore garantisce una migliore circolazione d’aria all’interno del casco. Lazer dichiara che l’efficienza di raffreddamento è aumentata fino al 12%. In più, nella costruzione viene utilizzata meno plastica rispetto ai precedenti modelli di livello comparabile e questo riduce il peso complessivo del casco ed ha un minore impatto sull’ambiente. La riduzione del peso complessivo del casco può arrivare fino al 23%.

COM’È FATTO:

Il casco Lazer Strada Kineticore è molto semplice, l’abbiamo detto fin dall’inizio. È composto da una calotta realizzata con la tecnologia Kineticore, quindi provvista delle zone a deformazione programmata, che si nota molto bene grazie agli ampi solchi di lavorazione. Tale lavorazione garantisce anche un alleggerimento importante che in termini pratici si esprime in un peso totale di 295g (verificati) per il casco in taglia M.

La forma rotondeggiante ed essenziale concorre a mantenere molto basso il peso.

Superficialmente sono presenti ben 23 prese d’aria, studiate dai tecnici Lazer per sfruttare l’effetto Venturi e quindi estrarre l’aria calda prodotta dallo sforzo fisico più facilmente. All’interno il Kineticore è parzialmente ricoperto da un’imbottitura morbida ma minimalista, che ricopre la zona centrale e il perimetro. Tale imbottitura è rimovibile per poterla lavare facilmente.

La chiusura principale, quella sotto al mento, è declinata in una semplice fibbia in plastica, mentre è quella che stringe dietro la nuca che risulta assolutamente particolare. Il sistema di regolazione è chiamato ScrollSys e prevede una sorta di fascia, posta sulla parte posteriore alta del casco, che scorre in entrambi i sensi e permette di stringere o allentare tutta la circonferenza del casco, con maggior vigore nella parte bassa della nuca. Questo tipo di chiusura collega infatti la parte posteriore alla parte anteriore del casco, attraverso delle astine molto sottili in materiale plastico che evitano fastidiose pressioni localizzate, a beneficio di una più omogenea stabilità.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

La parte anteriore prevede inoltre un porta occhiali, attraverso due feritoie dotate di pad in silicone che garantiscono maggior tenuta.

Il casco Lazer Strada Kineticore è compatibile con il guscio Aeroshell, optional, che può essere applicato per renderlo resistente all’acqua o per chiudere i passaggi dell’aria in caso di molto freddo.

Troviamo poi la possibilità di fissare il LED universale Lazer (anch’esso optional) sulla parte posteriore del casco per aumentare la visibilità e la sicurezza durante la guida nel traffico.

IL TEST:

Il peso ve l’abbiamo già svelato, 295 grammi per il casco in taglia M. Possiamo dire essere un record, infatti appena preso in mano ci è sembrato veramente molto leggero.
Una volta indossato e stretto tramite lo ScrollSys è immediatamente molto stabile, quasi da non richiedere di allacciare la fibbia inferiore. La regolazione posteriore che va a posizionarsi a ridosso della nuca è regolabile anche in altezza, per meglio adattarla alla testa. Durante il riding è facile aggiustare la stretta attraverso il ScrossSys, sebbene il classico rotore posteriore risulti più intuitivo, anche per una questione di abitudine.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

Tester: Matteo Pedrech
Mountain bike: Scott Spark RC

Il test è stato svolto durante l’estate, quindi in un periodo difficile per quanto riguarda le temperature, ma durante il quale abbiamo potuto mettere alla prova l’efficienza della ventilazione, anche in relazione alla presenza del sistema Kineticore.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

Innanzitutto dobbiamo ammettere che in discesa, in velocità, si nota il maggior flusso d’aria proveniente dalle feritoie anteriori, rispetto alla media dei caschi in commercio. Allo stesso modo è funzionale anche in salita, proporzionalmente alla quantità d’aria che entra. Onestamente in termini di ventilazione il sistema Kineticore appare superiore ad altri sistemi, come ad esempio il Mips, forse proprio per la caratteristica di essere molto aperto e quindi di lasciare ampio spazio alle feritoie e ai canali di passaggio dell’aria. Inoltre la superficie a contatto con la testa è poca, rispetto alla media dei caschi, e anche questo agevola il dissipamento del calore e del sudore.

TEST CASCO LAZER STRADA KINETICORE

L’assenza del frontino non è stata determinante anzi, gli agonisti del cross country lo preferiscono così, leggero e poco ingombrante. Viceversa chi invece ne fa un utilizzo più ludico potrebbe sentirne la mancanza e magari preferirebbe anche una maggior ampiezza della calotta soprattutto lungo la parte posteriore.

Nel complesso è un casco molto stabile -anche in discesa- e comodo, anche dopo parecchi chilometri. Il peso molto basso aiuta a stancare meno i muscoli cervicali a beneficio di maggiori performance.

Abbiamo usato poco il porta occhiali, per il fatto che in mountain bike difficilmente si percorrono tratti senza occhiali. Sicuramente è un dettaglio più sfruttato da chi usa il Lazer Strada Kineticore in ambito road o gravel.

CONCLUSIONI:

Road, gravel e cross country sono le destinazioni d’uso di questo nuovo casco Strada Kineticore di Lazer. Le maggiori qualità sono sicuramente il peso molto basso e la ventilazione ottima in tutti i frangenti. La comodità è garantita anche dopo qualche ora di utilizzo e il sistema ScrollSys è facile da regolare -sebbene meno intuitivo del classico rotore- anche durante la corsa e con i guanti indossati. La sicurezza è garantita dal sistema Kineticore che a nostro avviso è funzionale per le qualità che dona al casco, mentre in termini di efficienza in caso d’impatto ci affidiamo alle certificazioni che lo posizionano tra i più efficienti nel settore ciclo.

Prezzo di listino 119€

 

Cosa non ci è piaciuto:
Regolazione posteriore poco intuitiva.
Cosa ci è piaciuto:
Comodità eccezionale;
Molto leggero e ventilato;
Certificazione di sicurezza importante.

 

Link al sito LAZER: www.lazersport.com

Testo: Matteo Pedrech
Foto: Matteo Pedrech e Silvia Rech

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