Canyon Strive CFR 9.0 Team – Prime impressioni


 
Grazie allo staff di Canyon ho avuto l’opportunità di provare la novità in ambito enduro della casa teutonica: la STRIVE 29.
Una novità di qualche settimana che ha suscitato tanto interesse tra gli appassionati per il sistema Shapeshifter e per essere passata alle ruote da 29 pollici di diametro, tanto che l’endurona di Canyon ha quasi messo in difficoltà i potenziali clienti dubbiosi se fosse un mezzo troppo racing o “userfriendly”.
 
CANYON STRIVE
 
Sebbene il mio test non sia completo come siete abituati a leggere su MTBTECH, avendo solamente un giorno di prove composto da 4 salite e altrettante discese per un totale di poco più di mille metri di dislivello, ho capito molto di questa Canyon Strive CFR 9.0 Team 29.
 
La prima cosa? Beh, dalla seconda discesa mi sembrava fosse la bici che uso da anni, la bici che conosco da sempre, la bici che non mi fa improvvisate.
 
Assieme ad altri giornalisti italiani siamo stati a Terlago, in provincia di Trento, dove si svolge ormai da una decina d’anni una prova del Triveneto Enduro, quindi un percorso ideale per provare la Strive 2019!
 
CANYON STRIVE
 

STRIVE


La nuova Canyon Strive 29 riprende dal vecchio modello solamente la logica di funzionamento del sistema Shapeshiftere a grandi linee la forma del telaio. Possiamo infatti dire che questa 29er è una nuova mountain bike, con nuove quote geometriche e rivoluzioni importanti messe in atto.
 

NOVITÀ


Il nuovo telaio della Canyon Strive 29 potrebbe anche assomigliare esteticamente alla versione precedente ma la realtà dei fatti è ben’altra. Innanzitutto è disponibile unicamente con telaio full-carbon, denominato CF, mentre le versioni 9.0 e 9.0 LTD sono realizzate con il più avanzato telaio CFR. La differenza tra i due telai sta nel layup della fibra di carbonio: il tipo di fibra impiegato, la sua disposizione e il rapporto tra resina e fibra. Il telaio CFR è circa 300 grammi più leggero del CF (2400g senza ammortizzatore) pur essendo altrettanto rigido.
 
Anche qui abbiamo il Triple PhaseSuspension, un sistema di gestione della corsa ammortizzante del carro posteriore concepito in origine per la bici da downhill Sender. L’intento dei tecnici Canyon è stato quello di differenziare la corsa in tre fasi, all’inizio della corsa la sospensione offre una risposta sensibile ai piccoli ostacoli a beneficio della trazione, a metà corsa la piattaforma è stabile, per dare al rider la possibilità di trasferire la massima potenza in pedalata e mantenere una velocità elevata sui terreni sconnessi e accelerare rapidamente sulle paraboliche, mentre nella parte finale la corsa è progressiva per fare in modo di sfruttare l’escursione completa solo nelle situazioni limite.
 
Geometricamente ha ora un Reach più allungato per offrire più stabilità, pur mantenendo una misura dei foderi posteriori molto contenuta, 435mm, così da conservare una buona agilità anche nelle sezioni più guidate.
 

SHAPESHIFTER


Questo “aggeggio” presentato un paio d’anni fa a Riva del Garda si è evoluto con il tempo e con i test, diventando ora molto più comodo e funzionale rispetto al passato, pur mantenendo la nativa funzione: cambiare assetto alla Strive per ottimizzare le fasi di salita e quelle in discesa.
 
CANYON STRIVE
 
Canyon le chiama Dh Mode e Xc Mode, modestia dei nomi a parte, capiamoci qualcosa di concreto. Nella posizione Dh lo Shapeshifter è chiuso e mantiene l’assetto della bicicletta più basso andando ad abbassare quindi il movimento centrale e diminuendo il valore dell’angolo di sterzo fino a 65.6°. Grazie al comando a manubrio, ora molto comodo e funzionale, composto da due tasti per passare da una modalità all’altra, non è più necessario destreggiarsi in cambi di posizione in sella per far sì che si verifichi il passaggio di modalità.
 

 
In modalità Xc troviamo invece un tubo sella più verticale, 1.5° di differenza, una posizione di guida più spostata verso l’anteriore, grazie anche ad una curva di compressione diversa dell’ammortizzatore, e di conseguenza l’angolo di sterzo superiore di mezzo grado rispetto alla Dh, ora a quota 67.1°.
 

MODELLO IN TEST


In test abbiamo utilizzato la Canyon Strive CFR 9.0 Team 29in taglia L, dotata del più raffinato telaio CFR in colorazione Team. Un allestimento di altissimo livello, iniziamo dal reparto ammortizzatori, marchiati Rock Shox, Lyric RC2 e ammortizzatore Super Deluxe RCT, cambio Sram X01 Eagle con cassetta 10-50, pedivelle sempre di casa Sram modello X01 Eagle in carbonio e corona da 32t.
Cerchi e gomme sono rispettivamente i bellissimi Mavic Deemax Pro dal canale differenziato: 28mm all’anteriore e 25mm al posteriore, gommati Maxxis Minion DHR 3C.
 
CANYON STRIVE
 
Per quanto concerne i freni torniamo in casa Sram e troviamo i nuovi Code RCS, mentre concludono il montaggio il reggisella Reverb da 150mm di escursione, il manubrio Canyon in carbonio e l’attacco manubrio Canyon da 50mm. Nota positiva il fatto di trovare di serie un ottimo guidacatena MRP, piccolo e leggero.
 

PROTEZIONI DAINESE


Assieme a Canyon c’era il partner Dainese, leader mondiale per quanto concerne il mondo delle protezioni da moto, ma che da qualche anno sta sviluppando prodotti sempre più specifici per il mondo mountain bike.
Protezioni, abbigliamento, guanti e molto altro, ma noi ci siamo soffermati sulle nuove ginocchiere Knee Guard 2, presentate proprio in quest’occasione. Si tratta di un prodotto specifico per l’enduro, nato grazie ad una specifica richiesta dei biker enduristi che necessitano di un prodotto posizionato tra le più leggere versioni TrailSkin dedicate al trailriding e le più pesanti Armform per il downhill.
 
CANYON STRIVE
 
Il concetto di costruzione è totalmente nuovo: l’estesa superficie frontale protettiva è dotata di due materiali differenziati in base alle zone, l’ABS iniettato internamente e il Pro-Armor che dona elasticità grazie a dei cardo elastomeri. Quindi protezioni non solo frontali ma anche laterali per proteggere da accidentali urti o cadute. Il materiale Pro-Armor, con il disegno caratteristico di Dainese e derivato dai frattali presenti in natura, permette di avere una superficie molto elastica ma allo stesso tempo in grado di assorbire gli urti.
 

 
Il sostegno è caratterizzato da una banda elastica superiore dotata di fascia regolabile a strappo, con internamente una banda di silicone che ne incrementa il sostegno. Nella parte inferiore un’altra fascia elastica, non regolabile, anch’essa con all’interno una porzione in silicone stringe la parte centrale del polpaccio, ma la vera novità è l’elastico posto lungo la zona superiore del polpaccio che impedisce lo scivolamento verso il basso di tutta la protezione. Le abbiamo provate per tutto il giorno, come sono andate? Ve lo raccontiamo tra poco, continuate a leggere.
 

IN SALITA


Sono sincero, non posso valutare l’ultima salita in quanto ero all’estremo delle forze e non più lucido per capire le reali sensazioni che la Strive mi dava, stanchezza dovuta ad un periodo riabilitativo post-operatorio.
Lasciando da parte le scuse 😉 devo fare i miei complimenti a Luca Bortolotti che ci ha guidato su oltre 1000 metri di dislivello nello stupendo comprensorio montano attorno a Terlago, tra boschi di abeti e un fondo leggermente umido che ha reso ancora più briosa la giornata.
 
La mia scelta, precauzionale, è stata di adottare il casco integrale visto il clima non troppo caldo e le discese che ricordavo essere abbastanza impegnative. Partiamo a pedalare e inizio immediatamente a giocare con lo Shapeshifter, aprendolo e chiudendolo per capirne la reale differenza. Ed è incredibile come varia la posizione di guida durante la pedalata, quanto voglia dire “1 grado” di differenza. Con lo Shapeshifter in modalità Xc la zona del piantone sella risulta molto più sostenuta e alta, il peso del corpo si sposta verso la ruota anteriore e si nota immediatamente come la curva di progressione dell’ammortizzatore si “impunti” poco dopo la misura di Sag, come se murasse in maniera molto progressiva, generando così una sorta di “anti squat” veramente molto funzionale. Tale funzionalità permette di non utilizzare il blocco dell’ammortizzatore, oltretutto difficilmente azionabile nel modello in test visto com’è posizionato in basso…vicino al movimento centrale! La posizione in sella spostata in avanti evita qualsiasi fenomeno di impennamento della Canyon Strive CFR 9.0 Team 29, rendendola molto agile sia nel tecnico quanto efficiente nelle lunghe salite costanti.
 
CANYON STRIVE
 
E poi c’è la questione 29. La bici che ho utilizzato era montata con cerchi MAVIC DeeMax Pro e copertoni Maxxis DHR II da 2.4, nell’insieme non i più leggeri disponibili sul mercato ma di indubbia qualità. In salita il feeling di guida è stato molto buono, e grazie a questo montaggio di qualità la Canyon Strive CFR 9.0 Team 29 si è lasciata pedalare con facilità.Il diametro maggiorato aiuta ad oltrepassare le asperità e soprattutto lungo la percorrenza di strade forestali, caratterizzate da ciottolato, si sentono meno le sconnessioni dovute al fondo irregolare. Tutto questo si tramuta in maggior grip e maggior rilassatezza del biker alla guida.
Di contro ci imbattiamo sempre più spesso in trasmissioni a 12 velocità dotate di rapporti dal range molto ampio ma che allo stesso tempo obbligano ad accontentarsi dei 12 rapporti presenti. Spesso la gamba vorrebbe un rapporto intermedio, soprattutto quando lo scalino è di 3-4 (e più) denti! Ma dalla vita non si può avere tutto…
 
CANYON STRIVE
 
Le ginocchiere Dainese le abbiamo tenute indossate anche in salita, risultano discretamente morbide nella zona dell’articolazione e non inficiano i movimenti della pedalata. I sostegni garantiscono una buona stabilità, ma a fare la vera differenza in positivo è la fascia che stringe la parte alta del polpaccio. L’aereazione è sufficiente, ma l’ampia porzione protettiva si fa notare e la formazione di sudore è inevitabile.
 

IN DISCESA


Onestamente non vedevo l’ora di provare la Strive in discesa. Il montaggio della Canyon Strive CFR 9.0 Team 29 è di altissimo livello ma nel contempo la mia curiosità di provare questa 29 con 150mm di escursione posteriore e una forcellona da 170mm è stata tanta.
 
Spesso le 29er sono denigrate per essere lente e goffe…sarà così anche per la Canyon Strive 29? Bando alle ciance, in sella e proviamola!
 
In quel di Terlago abbiamo assaporato un fondo di terra e rocce rese umide dalle piogge della settimana precedente l’evento, dettaglio non di poco conto che inizialmente mi ha obbligato a regolare per ben due volte la pressione delle gomme, abbassandola. Il setup delle unità ammortizzanti invece l’avevo fatto assieme ai tecnici Canyon prima della partenza, regolando un sag di circa il 30% sia per la forcella che per l’ammortizzatore.
 

 
Una volta iniziata la discesa mi ha sopraffatto la leggerezza di questa bicicletta, un avantreno agile e dinamico come poche 29er hanno, merito sicuramente delle ruote discretamente leggere ma soprattutto delle nuove geometrie del telaio che portano ad una guida centrale alla bici e non troppo arretrata come si può immaginare pensando ad una qualsiasi bicicletta da enduro racing.
Allo stesso modo mi ha sorpreso il carro posteriore, come sgattaiolava a destra e a sinistra lungo una serie di tornantini tipo “toboga”, e come seguiva i movimenti del corpo e delle gambe ad ogni cambio di direzione.
 
CANYON STRIVE
 
Il nuovo telaio Strive 29, e ancor di più questa versione CFR molto leggera, mi hanno agevolato di gran lunga il passaggio di alcuni ostacoli in bunny-hop, mentre nei salti incontrati la bicicletta si è rivelata molto equilibrata.
Lo Shapeshifter non si usa solamente nel cambio tra salita e discesa, e viceversa, ma l’ho trovato molto utile anche lungo i tanti rilanci che si sono presentati lungo la discesa. Premendo il tasto remoto a manubrio infatti le geometrie variano pressoché istantaneamente e rendono la Canyon Strive 29 molto più reattiva in pedalata, smorzando parzialmente la funzionalità dell’ammortizzatore. Comodamente è possibile poi riattivare la modalità DH premendo l’altro tasto presente nel blocchetto di comando dello Shapeshifter.
 
CANYON STRIVE
 
Nei tratti molto veloci sorprende la stabilità e non si nota il classico effetto volano (talvolta esagerato) delle 29er di vecchia concezione. Anche l’impianto frenante è dimensionato come ci si aspetta: i Code RSC sono qualitativamente molto più validi rispetto ai classici impianti Sram che siamo abituati a trovare nei montaggi mediocri. 😉
 
CANYON STRIVE
 
Le ginocchiere, pur dimostrandosi all’altezza della disciplina per la quale sono state concepite, hanno dato di che discutere, tra noi giornalisti. Più di qualcuno si è lamentato che la parte inferiore non è in grado di aderire completamente al polpaccio, soprattutto per le conformazioni fisiche mediamente magre, come me. Opinione condivisa…attendiamo sviluppi da parte del produttore.
Nel frattempo,se state valutando l’acquisto, vi consiglio di puntare ad una taglia in meno rispetto a quella che utilizzate solitamente.
 
CANYON STRIVE
 

CONCLUSIONI


Dal mio punto di vista la Canyon Strive 29 è veramente ben riuscita, una bici che cambia la mentalità di chi ancora crede che le 29er non possano essere biciclette molto performanti in discesa. Ciò che mi ha sbalordito di più della Strive 29 è l’adattabilità alle varie situazioni: si pedala bene in salita e in discesa è una macchina da guerra. Rimane da capire quanto sia affidabile lo Shapeshifter nel lungo periodo, una giornata di prove non mi è sufficiente per decretarlo affidabile o meno. Dal canto loro i tecnici Canyon assicurano di aver lavorato per migliorarlo anche in questo senso ed in effetti il sistema risulta realizzato molto bene.
 
Per quanto riguarda i montaggi, tutta la gamma Strive è disponibile solamente in carbonio, CF e CFR, i prezzi spaziano tra i 2999 € della CF 5.0 ai 6999 € della CFR 9.0 LTD. Nota: tra tutti e 6 gli allestimenti purtroppo solamente 1 è dotato di cambio Shimano…perché?
 
Guardandola nella gamma di Canyon viene da pensare che la Strive sia l’endurona racing per chi va forte e la Spectral l’all-mountain più facile da guidare, in realtà non è così: la Spectral (testata qualche mese fa clicca qui per il test) è una trailride-enduro che punta più al divertimento, mentre la Strive 29…beh la Strive è l’allmountain-enduro adatta a chi cerca il tempo in discesa senza però rinunciare alle lunghe pedalate.
 
Insomma, questa Canyon Strive 29 mi ha fatto tornare a casa con un gran sorriso e un’anima soddisfatta…mentre per i crampi la colpa è di Luca Bortolotti! 😀
 
 
Link al sito Canyon: www.canyon.com
 
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Alex Luise – Canyon
 
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