Test camera d’aria ECLIPSE: ultra leggera, piccola e resistente

Come vi avevamo anticipato poco dopo il Bike Festival, abbiamo provato in questi mesi le nuove camere d’aria ECLIPSE, distribuite in Italia da Tannus.

Le camere d’aria ECLIPSE sono un prodotto da poco presente nel mercato ma, secondo noi, hanno le potenzialità di rivoluzionare il concetto di “camera d’aria”, sia durante l’uso all’interno dei copertoni, che nello zaino. Dimentichiamoci le classiche camere d’aria nere, in butile, che per le nostre mountain bike 29er pesano mediamente sui 280 grammi. Eclipse è completamente diversa sebbene sia sempre rotonda e con una valvola “classica”.

Diversa innanzitutto negli ingombri, visto che si ripiega come un fazzoletto e occupa meno della metà dello spazio di una normale camera, questo grazie al materiale, il TPU, con il quale è realizzata. Tutto a beneficio dello spazio di stivaggio nello zaino, nel marsupio o nel telaio della mountain bike.

ECLIPSE

La differenza rispetto a una tradizionale camera d’aria in butile è incredibile.

Grazie ai brevetti sulla valvola in metallo e sul sistema meccanico di saldatura, le camere d’aria Eclipse possono essere piegate intorno alla valvola, rendendole ancora più compatte e maneggevoli. Non meno importante è anche il peso: la misura più abbondante, da 29 pollici per 2.00-2.60 da mountain bike, pesa meno di 70 grammi, ossia 1/4 del peso di una classica camera d’aria di pari misura. Il peso del modello più leggero invece è a dir poco imbarazzante: 19,4 grammi, ma si tratta di una camera dedicata alle bici da strada.

Dopo avervi presentato il prodotto, passiamo all’atto pratico, avendo provato per un paio di mesi due camere d’aria Eclipse da 27.5”.

CAMERE D’ARIA ECLIPSE

Partiamo dal peso di queste Eclipse, la versione off-road in test da 27.5” ideale per copertoni da 2.0” a 2.6” e dotata di valvola da 40mm pesa… solamente 66 grammi! Un dato stupefacente che non per niente le rende le camere d’aria più leggere al mondo. Il peso dichiarato dal produttore è di 62 grammi, noi abbiamo rilevato 4 grammi in più, ma si tratta di cifre assolutamente irrisorie e talvolta difficilmente certificabili. Ciò che fa più impressione è che la camera d’aria in butile della stessa misura pesa 254 grammi.

ECLIPSE

Piccolissima e leggerissima. Ci sta senza problemi anche nelle tasche della maglia.

Grazie al peso molto basso e alle dimensioni ridotte possono essere portate facilmente nello zaino, nel marsupio o nelle tasche della maglia. Noi ne abbiamo fissata una al telaio della bicicletta, al posto di quella in butile, l’ingombro è pressoché nullo, sebbene il reale vantaggio sia quello di poterla stivare comodamente in spazi veramente ridotti, come nel marsupio.

ECLIPSE
ECLIPSE

Il segreto sta nel materiale (ma non solo) con le quali sono realizzate, il TPU, poliuretano termoplastico, rispetto al classico butile. Il materiale in questione risulta molto morbido ed elastico anche una volta gonfiato, per questo motivo risulta particolarmente resistente alle forature. Attenzione, non sono camere d’aria anti-foratura, non è il loro scopo e a tutti gli effetti non sono infallibili, ma una maggior resistenza rispetto alle classiche in butile l’abbiamo notata. Nel malaugurato caso dovesse capitare una foratura esistono delle speciali patch da applicare (vendute separatamente) per riparare la camera d’aria.

A scanso di equivoci segnaliamo che dopo qualche settimana di utilizzo abbiamo notato una variazione di colore del TPU, del tutto normale soprattutto se a contatto con copertoni nuovi. Ciò non pregiudica in alcun modo le performance del prodotto, ma per questione di correttezza e professionalità lo segnaliamo.

ECLIPSE

La valvola in metallo è saldata in modo meccanico al materiale TPU, per godere di maggior resistenza soprattutto agli strappi, e comprende anche un’utile guarnizione d’appoggio con la sede del cerchio, la quale concorre a mantenerla in efficienza anche nel lungo termine. L’anima è smontabile e intercambiabile.

ECLIPSE

Eclipse risolve anche alcuni problemi riscontrati su altri prodotti -di brand concorrenti- presentati in passato, riguardanti la tenuta alla pressione. Durante l’ingegnerizzazione infatti è stata prestata particolare attenzione alla sigillatura del punto di giuntura, realizzata in maniera meccanica.

ECLIPSE

Per quanto riguarda il gonfiaggio, a causa delle caratteristiche del materiale, le camere d’aria Eclipse non possono essere gonfiate oltre i 0,7 bar (10 psi) all’esterno del copertone, mentre una volta inserite possono essere portate alla normale pressione di utilizzo, prestando però attenzione a gonfiarle più lentamente rispetto alle normali camere d’aria in butile, a causa del materiale più lento ad espandersi. È anche possibile gonfiare le camere d’aria Eclipse con le classiche bombolette di CO2.

ECLIPSE

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CONCLUSIONI:

Le camere d’aria Eclipse ci hanno sbalordito soprattutto per le loro dimensioni ridotte e per il peso assolutamente di riferimento per questo tipo di prodotto, tanto che alcuni potrebbero preferirle rispetto alla classica trasformazione in tubeless. Noi le abbiamo provate sia montate che come camere d’emergenza portandole nello zaino o fissate al telaio della mountain bike. Se nel secondo caso la comodità è evidente a occhio e nemmeno paragonabile alle classiche camere in butile, nell’utilizzo dobbiamo ammettere che il peso bassissimo fa sì che non ci sia differenza tra l’utilizzo tubeless e con camera. La tenuta della pressione è nella media delle camere d’aria in commercio, mentre abbiamo riscontrato una maggior resistenza alle forature. Queste camere d’aria, riciclabili al 100%, sono realizzate in Germania, e in Italia sono distribuite da Tannus. Il prezzo di vendita al pubblico per le Eclipse off-road varia tra i 24,90 € e i 25,89 € in base alla versione, e sono inoltre disponibili le patch per la riparazione a 9,89 €.

Prezzo di listino: 24,90 / 25,89 €

 

Cosa non ci è piaciuto:

Cosa ci è piaciuto:
Dimensioni e peso estremamente ridotti;
Eccellente resistenza alle forature.

 

Link al sito TANNUS: www.tannus.it/eclipse

Testo: Matteo Pedrech
Foto: Silvia Rech e Matteo Pedrech

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